I vuoti in organico del personale, i problemi di edilizia giudiziaria nonostante i passi in avanti fatti per arrivare a nuove sedi, la riforma della giustizia e la separazione delle carriere. Sono alcuni degli argomenti al centro della relazione del primo presidente della Corte d'Appello di Messina Luigi Lombardo in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario del Distretto di Messina.
Carenze d'organico
Sono numerosi i magistrati che mancano nella Corte d'appello, in tribunale e in procura: “A parte le scoperture esistenti- scrive il presidente Lombardo - nel complesso tutti i capi degli uffici lamentano l’inadeguatezza delle piante organiche rispetto al numero delle sopravvenienze. Clamorosa l’inadeguatezza dell’organico della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, composto dal Procuratore della Repubblica e da un solo sostituto”. Difficile anche la situazione nei tribunali del distretto (Patti e Barcellona PG): “I Presidenti dei Tribunali di Barcellona P.G. e di Patti lamentano, poi, le difficoltà gestionali derivanti dal continuo avvicendamento dei magistrati, in genere di prima nomina, e dai non brevi tempi di copertura delle relative posizioni vacanti. Il Presidente del Tribunale di Patti sottolinea come il turn-over dei magistrati sia continuo e massiccio, con tassi tra i più elevati d’Italia.
Va poi osservato come le piante organiche dei Tribunali periferici siano del tutto inadeguate rispetto alla necessità di far fronte ai dibattimenti relativi ai processi di criminalità organizzata”. Mancano anche magistrati onorari : “Presso il Tribunale di Messina sono vacanti sette posti di giudice onorario su 24 (percentuale di scopertura del 29,16%); presso il Tribunale di Barcellona P.G. sei posti su undici (percentuale di scopertura del 53,33%); presso il Tribunale di Patti tre posti su nove (percentuale di scopertura del 33,33%). Il Procuratore della Repubblica di Messina lamenta poi la scopertura di sette posti di vice procuratore onorario su ventiquattro. Non migliore è la situazione degli Uffici del Giudice di pace”.
“Nonostante tali criticità- afferma il presidente Lombardo - va dato atto che gli uffici giudiziari del distretto della Corte di appello di Messina hanno mostrato una buona tenuta nella gestione del notevole carico di lavoro gravante su ciascuno di essi”. Per quanto riguarda il personale amministrativo : “Dopo anni di gravi scoperture nell’organico del personale amministrativo, dovute al massiccio pensionamento dei dipendenti indotto anche da provvedimenti legislativi agevolativi, si è assistito ad una progressiva copertura dell’organico, tuttavia non ancora compiuta, che ha migliorato la situazione degli uffici”.
Inadeguatezza degli uffici giudiziari
«Nel periodo in esame è rimasta quasi immutata la difficile situazione logistica degli uffici giudiziari messinesi, insufficiente nelle strutture e dispersa sul territorio cittadino, con conseguenze pesantemente negative sul regolare e dignitoso esercizio della giurisdizione, sui costi per la finanza pubblica e sulla qualità del servizio offerto agli utenti» ha detto Lombardo. «Le strutture edilizie adibite all’attività giudiziaria - continua - rimangono in una condizione di severissima inadeguatezza, ulteriormente acuitasi con la immissione in servizio dei funzionari addetti agli Uffici per il processo, allocati o in precarie strutture poste negli spazi comuni del palazzo di giustizia o all’interno delle spesso anguste stanze dei Magistrati o di quelle adibite a cancelleria. Nonostante tutto, possiamo registrare significativi passi in avanti nel miglioramento delle strutture edilizie della città di Messina adibite ad uffici giudiziari. Innanzitutto, sono iniziati i lavori di ristrutturazione dei due Palazzi di via Garibaldi, acquistati per essere destinati ad uffici giudiziari. I lavori - che secondo contratto dovrebbero durare 14 mesi - si prevede che possano finire a fine 2025, con la possibilità di trasferire negli stessi, già ad inizio 2026, diversi uffici giudiziari. Altra importante iniziativa è quella relativa all’acquisto di un terzo edificio, quello di via Capra, di proprietà dell’Inps. In tale edificio, nel dicembre 2023 sono stati già trasferiti, sulla base di un contratto di locazione, gli Uffici del Giudice di pace di Messina e della Sezione lavoro del tribunale della città. Si tratta, pur sempre, di palazzi di non grandi dimensioni, nei quali è possibile trasferire solo segmenti degli uffici giudiziari.
Grave abolizione dell'abuso d'ufficio
«Talune riforme approvate o ancora in discussione in Parlamento appaiono in linea con i principi dello Stato di diritto. Innanzitutto, l’abolizione del delitto di abuso d’ufficio. L’abuso d’ufficio era una fattispecie penale - da sempre prevista nel nostro ordinamento (art. 323 Codice penale) e già oggetto di precedenti plurimi interventi legislativi sempre in senso restrittivo dell’area punibile». A dirlo Luigi Lombardo, presidente della Corte di Appello di Messina durante l'inaugurazione dell’anno giudiziario a Messina. «Tale fattispecie di reato - prosegue - è stata del tutto cancellata dalla legge 9 agosto 2024, n.114. Il risultato paradossale di tale abrogazione è che oggi non è più punibile il funzionario pubblico che usa i suoi poteri ad es. per favorire l'assunzione di un proprio parente o per danneggiare una persona nei cui confronti nutre ostilità; ma non è punibile neppure l'ufficiale di polizia giudiziaria o il magistrato che esercita le sue funzioni per danneggiare o per intimidire alcuno. Da oggi in poi i cittadini che subiscono angherie o prevaricazioni da parte di chi esercita i pubblici poteri saranno più soli; e gli avvocati ai quali essi si rivolgeranno non potranno che allargare le braccia in segno di impotenza». «L'abolizione del reato di abuso d’ufficio avrà come effetto anche quello di spingere amministratori e funzionari ad abbassare l’asticella dell’etica pubblica; verrà meno l’effetto general-preventivo proprio di una fattispecie di reato storica, posta a chiusura del sistema dei delitti contro la pubblica amministrazione, con l’evidente rischio del dilagare di condotte dolosamente arbitrarie. Ora, l’abolizione del reato di abuso d’ufficio appare difficilmente compatibile con la Carta costituzionale e con gli obblighi assunti dall’Italia a livello internazionale», conclude.
Minori soli e a rischio crack
«Ciò che colpisce è, soprattutto, la solitudine e la trascuratezza di molti minorenni, anche in tenerissima età, spesso vittime di violenze, sia dirette che assistite, in ambiti familiari complessi e anche patologici, dove si rileva l’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti». E’ la situazione del disagio minorile nella provincia di Messina segnalata dal presidente Lombardo. «Si tratta di minorenni - prosegue il presidente della Corte d’appello - che non riescono a esprimere le proprie emozioni anche per l’assenza di adulti disponibili ad ascoltarli, non soltanto in ambiti familiari delle periferie e dei c.d. «quartieri a rischio», ma anche nelle famiglie economicamente benestanti». «Preoccupante - aggiunge - è l’abuso diffuso di sostanze stupefacenti, soprattutto del tipo crack, ormai considerata la cocaina dei poveri per il basso prezzo d’acquisto, anche di 5 euro a dose, e la frequentazione, da parte dei ragazzi, di giovani spacciatori provenienti da altre province». Nonostante gli interventi promossi sul territorio anche dalla prefettura secondo Lombardo : «Grava tuttavia pesantemente la mancanza, nel territorio del distretto, di sufficienti servizi educativi, scolastici, sociali e sanitari (in special modo servizi di neuropsichiatria infantile e consultori familiari) in grado di seguire i processi di crescita dei minori in fase adolescenziale e di prendersi cura della loro integrazione nel gruppo dei pari e in un sano contesto familiare e cittadino».
L'interrogazione dell'europarlamentare Giuseppe Antoci
«Il lavoro dei magistrati va rispettato ponendo attenzione anche alle istanze che portano avanti nell’interesse dell’indipendenza della magistratura e dunque nell’interesse del Paese». Lo ha detto Giuseppe Antoci eurodeputato e componente della commissione Giustizia a Bruxelles a margine dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario a Messina. «Vige un clima teso e, a tratti, delegittimante del lavoro della magistratura - ha aggiunto - una riforma della giustizia incapace di dare risposte e la voglia di tacitare ogni obiezione etichettandola come un attacco al potere politico. La verità è che risulta essere proprio il contrario, si vuole sottomettere il potere giudiziario a quello politico e la prevista creazione dell’Alta Corte ne è la prova». «Per ciò - ha annunciato - presenterò la settimana prossima una interrogazione parlamentare in Parlamento Europeo contro questo tentativo maldestro e assolutamente contrario alle norme europee sulla tutela dei diritti dei Paesi dell’Unione la cui relazione, presentata a luglio dal Commissario Europeo e riguardante il 2023, ha già bacchettato pesantemente l’Italia».
La protesta davanti al rappresentante del Ministero della Giustizia
A Messina è scattata la protesta dei magistrati che, quando ha preso la parola il rappresentante del ministero della Giustizia, sono usciti dall’aula dove si svolge la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Preoccupazione per «una riforma costituzionale che mette a rischio l’autonomia e l’indipendenza della magistratura è stata espressa dalla presidente Ges di Messina Francesca Bonanzinga.
Nell’intervento per l’inaugurazione dell’anno giudiziario la presidente della giunta sezionale dell’Anm ha ribadito che si tratta di: «una riforma che non migliora sotto alcun punto di vista il servizio giustizia ma che agisce solamente sulla magistratura e toglie garanzie a tutti i cittadini italiani». «La Magistratura tutta, - ha detto - in quanto istituzione dello Stato, soffre quando si accusa l’Ufficio del Pubblico Ministero di abusare delle intercettazioni, di farne un’arma di delegittimazione personale e politica, disconoscendo che anche grazie a questo strumento di indagine sono state fatte le più grandi inchieste nel nostro Paese; soffre quando sente dire che per risolvere non si sa quali mali della giustizia, occorre separare le carriere del Giudice da quella del Pubblico Ministero, senza accorgersi che la asserita contiguità tra Giudice e Pubblico Ministero, addotta quale ragione giustificatrice della separazione, è già stata neutralizzata dalle riforme ordinamentali che l’hanno progressivamente limitata, da ultimo la riforma Cartabia». «Auspichiamo, pertanto, - conclude la presidente Bonanzinga - riforme della giustizia e non della magistratura: sarebbe sufficiente assistere a poche udienze - sia penali sia civili - per rendersi conto che se si vuole davvero garantire un miglior funzionamento del sistema giustizia è alla normativa processuale che bisogna apportare modifiche legislative e non alla «magistratura» quale ordine costituzionalmente previsto».
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