Una denuncia, un accertamento sanitario e contatti con centri antiviolenza. Le aveva provate tutte Caterina Pappalardo, la 62enne uccisa dal figlio, Giosuè Fogliani, con oltre 50 coltellate, in un appartamento di via Cesare Battisti.
La figlia e il fidanzato hanno depositato istanza di costituzione di parte civile e presto saranno sentiti come testimoni perchè “L'ira e l'aggressività di Giosuè – come spiega Caterina Peditto, legale a cui hanno affidato l'incarico - spesso si erano scagliate anche contro la sorella”.
“La madre aveva gridato il suo bisogno di aiuto più volte” afferma l'avvocata che raccoglierà, nella casa di Mili in cui si era trasferita Caterina Pappalardo, la documentazione relativa a una corposa denuncia presentata da madre e figlia nel febbraio del 2024 alla polizia e la relazione dell'accertamento sanitario obbligatorio che era stata la stessa Caterina a chiedere per Giosuè.
“In questo momento di dolore, l'unica cosa che chiediamo è che siano accertate eventuali omissioni, da quello che so, anche dopo la denuncia, erano state chieste informazioni sullo stato delle indagini, ma oltre a un generico appello ai tempi della giustizia, non c'è stato altro, così come – spiega ancora l'avvocata Peditto – da quanto ne so l'Aso (Accertamento sanitario obbligatorio) non ha portato ad alcuna conseguenza perché era stato rilevato soltanto qualche disturbo, ma nulla di patologico, aspetto di vedere le carte per capire meglio anche i contorni dell'accertamento sanitario”.
Silenzio, dolore e un'unica richiesta: “Giustizia” così come ha detto anche padre La Rosa nella sua omelia. Perché se c'è qualcosa che non ha funzionato in questa terribile tragedia è giusto stabilirlo. E far sì che non si ripeta mai più.
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