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Messina, inchiesta sul "Papardo": adesso si attende il responso sulle valvole cardiache

L’inchiesta sulle morti sospette all’ospedale Papardo, di pazienti colpiti da infezioni batteriche dopo interventi effettuati nel reparto di Cardichirurgia, va avanti. Il prossimo step da attendere è probabilmente il responso della consulenza sulle valvole cardiache che sono state impiantate nei pazienti che sono poi deceduti. Se la perizia escluderà per esempio difetti di fabbricazione o malfunzionamenti, il cerchio della responsabilità penale si restringerà alla “casuale batterica”, e bisognerà capire dove i vari pazienti deceduti hanno contratto le infezioni.
L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e affidata alle sostitute Annamaria Arena e Alice Parialò. Dopo la prima denuncia, eravamo ad ottobre del 2024, il successivo 23 novembre l’inchiesta ha portato al sequestro delle due sale operatorie di Cardiochirurgia da parte dei carabinieri dei Nas. Un sequestro richiesto dall’ufficio inquirente diretto dal procuratore Antonio D’Amato e accordato dalla gip Tiziana Leanza sulla base di una serie di evidenze investigative ritenute valide. Il quadro già emerso nella prima fase dell’indagine, con la prima tornata di controlli e il prelevamento di campioni a metà ottobre, parlava infatti in estrema sintesi di acqua contaminata, rubinetti senza filtri e strumenti non sterili.

In tema di indagati, per questa inchiesta, ci sono stati due step. Alla fine di dicembre infatti si è allargato il novero delle persone coinvolte, con le ipotesi di reato classiche, in concorso, dell’omicidio colposo e della responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario. Questo per una ragione ben precisa, ovvero perché in Procura, guardando alla tempistica della “catena” di morti sospette, sono andati a ritroso nel tempo alla ricerca delle eventuali responsabilità amministrative per la garanzia di salubrità delle strutture operatorie. Quindi ai sei indagati iniziali, tutti con ruoli effettivi attuali, se ne sono aggiunti altri cinque, che in passato hanno ricoperto varie cariche di gestione.

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