Messina

Sabato 18 Gennaio 2025

Bovalino, Marando è caduto in un’imboscata. Un solo colpo mortale, alla tempia

Un proiettile andato a segno, mortale. Ma potrebbero essere stati almeno due i colpi di pistola di grosso calibro, verosimilmente una calibro 9, quelli esplosi dal killer all’indirizzo di Francesco Marando, 54 anni, ex commerciante di San Luca, incensurato, trovato morto assassinato, nel pomeriggio di domenica scorsa a Bovalino nella cantina rustica situata sotto l’abitazione di famiglia. Un palazzone, solo in parte ultimato alla periferia di Bovalino, a ridosso della Statale 106 e in prossimità del bivio per Natile di Careri, Platì e altri centri interni. Oltre al foro di sola entrata alla tempia – molto piccolo, potrebbe essere stato provocato solo da un frammento di proiettile inciso “a croce”, perché possa dividersi dopo lo sparo – Marando presentava infatti una ferita di striscio alla guancia. I particolari sono saltati fuori dall’autopsia eseguita, su richiesta della Procura, a Locri nella serata di martedì scorso dal medico legale, il dott. Pietro Tarzia. L’autorità giudiziaria locrese com’è noto, ha aperto un fascicolo d’indagine per il reato di omicidio, nei confronti, al momento, di ignoti. Parti offese nel procedimento avviato dalla Procura di Locri risultato la moglie ed i quattro figli della vittima, rappresentanti dagli avvocati Eugenio Minniti e Francesco Costanzo, e la madre, assistita dall’avv. Lorenzo Strangio. A coordinare le indagini dei carabinieri della sezione investigativa del Gruppo e della Compagnia di Locri, è il sostituto Grazia Tursi. Sembra anche che prima di essere colpito a morte Marando abbia tentato la fuga, vedendo il killer sbucare con la pistola. Un particolare che sarebbe deducibile da tracce di sangue trovate dagli investigatori dei carabinieri nel breve tragitto di fuga compiuto dalla vittima in direzione della cantina, dove poi è stato trovato cadavere. Tutti elementi che hanno indotto gli investigatori a effettuare all’interno dello stabile, lungo le scale e nella cantina un più approfondito controllo alla ricerca di bossoli e ogive. Nessun indizio, invece, sul possibile movente del delitto e soprattutto e ovviamente buio pesto sul possibile assassino. Da capire, inoltre, se il sicario, sapendo che la vittima sarebbe da lì a poco arrivata, fosse appostato all’interno della proprietà e lo abbia seguito oppure sia entrato, magari dal lato posteriore dello stabile, entrando in azione non appena ha visto Marando fare il suo ingresso nel fabbricato. A sciogliere qualche interrogativo ed a dare una direzione più precisa alle indagini potrebbe essere utili i filmati, già acquisiti dai carabinieri, di alcuni sistemi di videosorveglianza posizionati nella zona. Infine, con una nota trasmessa agli organi dell’informazione, gli avvocati Minniti e Costanzo, che assistono, la moglie ed i figli della vittima, hanno invitato «la stampa ad astenersi da commenti fuorvianti ed equivoci finalizzati alla “valorizzazione” di inesistenti dissapori familiari e alla infondata connessione con altri eventi delittuosi accaduti nello stesso ambito territoriale».

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