Più che un non luogo, negli anni quello che in futuro ospiterà l'i-Hub è diventato un “ex” luogo. Prima del terremoto del 1908 era occupata da depositi di petrolio. Dopo il piano Borzì del 1911 è stata destinata a servizi pensati per le attività marinare (come i magazzini generali). Oggi due degli edifici-fantasma che campeggiavano in una delle zone più prestigiose della città, a pochi passi dal porto, sono già stati demoliti: proprio gli ex Magazzini generali e l'ex Mercato ittico. Restano in piedi, ma ancora per poco, gli ex Silos Granai e l'ex Casa del portuale. Tutto ex, appunto. Prima dell’estate, come spiegato martedì mattina in terza commissione consiliare dal vicesindaco Salvatore Mondello e dal direttore generale Salvo Puccio, scompariranno anche questi due enormi immobili (entro marzo verranno consegnati i lavori di demolizione, in questi giorni si espleterà la gara), nel frattempo un concorso di progettazione, pensato insieme all’Ordine degli architetti, definirà il ridisegno di quello spazio (si parla di circa 8.600 metri quadrati), oggi diventato un mega parcheggio “abusivo” sul quale si sono accesi i riflettori della polizia municipale.
Cos’è l’i-Hub
Già, ma cos'è e cosa sarà l’i-Hub, uno dei progetti più ambiziosi sui quali ha puntato l'amministrazione De Luca prima (“madrina” era l'ex assessora Carlotta Previti) e quella Basile poi? In questa operazione il Comune non è solo: nel 2021 l'Università di Messina è stata scelta come partner pubblico e scientifico e proprio l'Ateneo, nel febbraio 2022, ha prodotto un documento che fotografa lo stato dei luoghi e identifica, soprattutto, le possibili strategie di indirizzo progettuale, costituendo uno dei punti di partenza dell'intero progetto. In linea generale, «il progetto – si legge nel Dip, il Documento di indirizzo alla progettazione – punta alla riqualificazione di un'importante area del centro cittadino affacciata direttamente sul mare e perfettamente servita dai mezzi pubblici, a pochi minuti dagli svincoli autostradali e dai mezzi pubblici regionali e interregionali. Esso, pertanto, può avere importanti ricadute in termini di vivibilità urbana consentendo la riapertura e la piena fruizione di un’area sottoutilizzata ed aprendosi al territorio come vetrina dell’innovazione, offrendo altresì alle giovani generazioni anche un luogo dove poter studiare ed incontrarsi utilizzando connessione libera in banda ultralarga, organizzare meeting per esporre le proprie idee sul modello TEDx».
I nuovi spazi
Entrando nel dettaglio, al posto degli ex Silos Granai «sorgerà il nuovo centro di ricerca; al suo interno verranno realizzate sale congressi, sale riunioni, una biblioteca, oltre che laboratori specialistici e di ricerca, da destinare all’uso della collettività, ai fini di mostre, esposizioni, eventi». L'area degli ex magazzini generali, invece, sarà destinata «a spazi per i co-working, costituiti da uffici, uffici open space, che potranno essere destinati anche a incubatori di start-up». L’ex mercato ittico, invece, «una volta riqualificato diventerà il polo direzionale dell’intero Hub dello stretto». E «all’interno della cornice creata da questi edifici, in luogo dell’ormai fatiscente edificio dell’ex Casa del Portuale (si sta perfezionando il passaggio di proprietà dalla Regione al Comune, ndr), nascerà un nuovo parco urbano, che consentirà di restituire alla collettività spazi da anni fortemente degradati».