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Messina, le splendide fontane della cittadella fieristica: il primo restauro quasi finito

I due monumenti compresi nella riqualificazione delle aree. L’opera in ghisa dell’800 posta vicino all’ingresso

Cittadella fieristica: una cartolina del futuro è stata regalata ai messinesi con un po’ di anticipo, dal vento di questi giorni, e in particolare dalle folate che hanno divelto i teloni della fontana ottocentesca di ghisa in corso avanzato di restauro, all’inizio del nuovo waterfront. Se il percorso generale dei lavori da 5,3 milioni di euro dovrebbe aver imboccato il rettilineo finale di circa 4 mesi, in virtù della variante decisa per assicurare con certezza l’irrigazione del futuro verde anche in caso di siccità, intanto il clima invernale ha offerto la prima visione e qualche riflessione, su uno degli elementi, e non dei minori, anzi di indubbio profilo culturale, del progetto di riqualificazione voluto dall’Autorità di Sistema, ed elaborato dall’architetto Giovanni Lazzari. Si tratta del restauro e della valorizzazione delle due fontane presenti all’interno della Cittadella ed ancor prima nel “Giardino a mare”. Ma va fatta e ricordata bene una distinzione.

Della fontana settecentesca capolavoro marmoreo “rococò” dello scultore messinese Ignazio Brugnani, con i suo cavalli marini ed il putto che cavalca il delfino in cima a una conchiglia, in Fiera dal 1938, abbiamo già parlato rendendo nota la volontà delle Istituzioni (Comune, Authority, Soprintendenza) di valorizzarla sia con il restauro che con la collocazione in un sito più baricentrico: sempre all’altezza del lungo padiglione a nave dell’architetto Pantano ma sul fronte mare e non più tra gli edifici.

L’opera di valorizzazione dei due monumenti storici è però incominciata dall’altra fontana, quella ottocentesca in ghisa: di essa per decenni non pochi messinesi attenti hanno contemporaneamente sia ammirato il valore che compianto il degrado. Malconcia ed ossidata, collocata all’altezza della cancellata dell’ingresso carrabile laterale, adiacente alla linea tranviaria.

Ebbene, come il vento dello Stretto ha voluto far scoprire in anticipo, il restauro conservativo è già quasi completo e il monumento, dopo le fasi dello smontaggio, della bonifica e un risanamento strutturale provvidenziale (necessario perfino il capovolgimento con l’uso del braccio di una grande gru) è stato posizionato nella nuova sede. Costituirà, come già si può comprendere, la fontana monumentale che accoglierà l’utente della futura Passeggiata senza barriere, intessuta solo di verde e azzurro.

A portare avanti il restauro, che ora prevede il ritorno a quell’originaria colorazione bianca che rivestiva le sculture di ghisa a Messina come nelle città europee d’inizio 900, è stata una restauratrice messinese, la dottoressa Rosaria Catania Cucchiara alla quale l’incarico è stato affidato dall’impresa Sicilville che lavora in Fiera. Un’operazione così preziosa si è svolta naturalmente sotto l’alta vigilanza della soprintendente di Messina Mirella Vinci e della funzionaria Stefania Lanuzza. Qualche elemento non guasta su quest’altra opera della “grande bellezza” messinese.

Innanzitutto, leggiamo, «è un esempio di uno stile eclettico, commistione di stilemi di epoca rinascimentale e barocca utilizzato anche nelle decorazioni degli edifici della Ricostruzione post terremoto». Quanto al soggetto , si ammirano «testine di cherubini, dalle cui bocche un tempo sgorgava acqua si alternano a volute». Poi la parte più affascinante: «Le due conche, di diversa grandezza e dai bordi ad andamento sinuoso, sono decorate da motivi rocaille, o a conchiglia, di gusto neobarocco. Di particolar pregio l’elemento centrale dei due putti in marmo scolpito che reggono la conca superiore». E la fontana ritornerà al suo splendore bianco.

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