Giornalista, per passione e per professione. Fine intellettuale, saggista, poeta, operatore culturale. Uomo aperto alle più varie esperienze, vissute tutte fino in fondo, come il suo cammino interiore, la scelta massonica, lo studio dell’alchimia e della kabbalà ebraica, la sua fortissima spiritualità, la conversione alla fede in Maria, la Madre di Dio, il suo impegno cattolico e sociale.
Si è spento, all’età di 83 anni, Crisostomo Lo Presti. Nato nel 1941 a Scaletta Zanclea, taorminese di adozione e di residenza, fin da giovane si distinse per la sua fine scrittura, la sua bravura nel raccontare fatti e storie. Lavorò nelle redazioni di molti giornali, fu inviato speciale, curò l’ufficio stampa della “Rodriquez”, diresse anche Rtp e, a metà degli anni Novanta, tornò a Messina, completando la sua professione proprio alla Gazzetta del Sud. Riflessivo e ironico, dai vastissimi orizzonti culturali, autore di saggi e libri come “Scomposizione fondamentale” del 1994 e amante della poesia. L’opera alla quale teneva di più era l’ultima sua raccolta di liriche “Il canto della rosa: trentatrè petali d’oro”, lì dove racchiuse l’intero periodo di riflessione alchemica e maturazione mistica che la aveva contraddistinto. Le tappe di un percorso che dall’eros, il simbolo dell’indagine e della ricerca, porta all’agape nell’incontro con la Vergine Maria. Dopo il suo pensionamento, Lo Presti aveva continuato il proprio impegno giornalistico e culturale, come segretario dell’Unione stampa cattolica di Messina, poi consigliere nazionale Ucsi, ma anche come componente del Cda della Fondazione Mazzullo, il prestigioso sodalizio taorminese. Nel 2019 aveva ricevuto la medaglia d’oro per i 50 anni di professione, consegnatagli dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia.
---- Alla moglie, alle figlie Caterina e Angela, ai parenti tutti, le più sincere condoglianze da parte della Gazzetta del Sud, che è stata anche la “sua” famiglia.
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