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Milazzo, la strada diretta “Asse viario-Porto”: il percorso si è fermato a un bivio

Il collegamento asse viario-porto? Si può fare. Anzi si deve fare. Ma sicuramente non può essere in contrasto con la pianificazione che il Comune sta portando avanti nell’ex scalo ferroviario acquistato con un investimento di oltre un milione di euro.
Un “corto circuito” dal quale non si è ancora usciti dopo che la proposta presentata dalla società “Ird Engineering srl”, alla quale l’Autorità di sistema portuale ha affidato i servizi di ingegneria e architettura per il progetto di fattibilità dell’intervento, è stata praticamente “stoppata” dall’Amministrazione comunale di Milazzo che l’ha ritenuta “inattuabile” non solo perché coinvolge l’area ex Ferrovie che il Comune ha acquistato per realizzare un parco urbano, ma anche perché nelle previsioni dei progettisti la parte finale del tracciato stesso “passerebbe” all’interno della città (nell’area adiacente a piazza Marconi), che invece è quello che si voleva evitare. Insomma è giusto creare una viabilità alternativa che permetta di collegare in maniera meno invasiva l’asse viario con il porto ma, se questa non prevede miglioramenti strutturali, tutto diventa inutile. Aspetti che il Comune di Milazzo aveva già rappresentato all’allora presidente Mega e ai tecnici dell’Autorità di sistema, concordando che la nuova viabilità avrebbe dovuto “scendere” verso il mare, attraversando le aree portuali «perché lo scopo era proprio quello di una viabilità alternativa che non intralciasse quella cittadina».
Ecco forse il nodo sta proprio qui e crediamo sia la causa per la quale, a distanza di alcuni mesi dalla prima proposta, tutto si è arenato. L’Autorità di sistema portuale non sarebbe intenzionata ad intervenire lungo la via Tonnara, come richiesto dal Comune, asserendo che quel tratto di area demaniale sulla quale si chiede di operare è occupata da 5/6 concessioni tra rimessaggi e uno stabilimento balneare, e che l’eventuale sottrazione di spazi per realizzare la strada creerebbe problemi a queste attività economiche mettendo a rischio anche i posti di lavoro. Una tesi che però convince poco gli amministratori di palazzo dell’Aquila i quali avevano anche proposto dei sopralluoghi tra tecnici per trovare delle alternative percorribili, in quanto – si sostiene – la soluzione di passare internamente alla città significherebbe sacrificare la vivibilità di 2000/3000 persone. E tale ipotesi non è minimamente pensabile.

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