
Era un caso clinico molto complicato e grave, e i due medici finiti sotto processo con l’accusa di omicidio colposo non avevano alcuna responsabilità per quella morte alla Cardologia dell’ospedale Papardo avvenuta nel febbraio del 2017, il decesso del paziente Vincenzo Raguseo, affetto da una grave forma di miocardite acuta, e in passato ricoverato anche all’Ismett di Palermo.
La sentenza della giudice monocratica Maria Luisa Gullino è stata quindi d’assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste” per i cardiologi Santi Sorrenti e Silvestro Lo Giudice, in servizio al Papardo all’epoca dei fatti, che sono stati assistiti dagli avvocati Salvatore Stroscio e Carlo Autru Ryolo. Anche l’accusa, il pm Trifirò, dopo la lunga istruttoria, aveva chiesto l’assoluzione dei due sanitari. Di opinione opposta i difensori di parte civile per i parenti del paziente deceduto, gli avvocati Daniele Pagano e Desirè Giacobbe, che avevano chiesto la condanna di entrambi i medici. Nel procedimento era chiamato in causa come responsabile civile anche l’ospedale, che è stato rappresentato dall’avvocata Rosaria Composto.
Al centro c’era l’addebito iniziale ai due medici di non aver praticato la cosiddetta cardioversione elettrica, ma di aver solo somministrato l’Amiodarone, o cardioversione farmacologica.

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