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Blue Economy, Messina seconda in Sicilia

Dati, cifre, criticità, potenzialità e prospettive: nella relazione presentata dal contrammiraglio Rosario Marchese, consigliere del ministro della Protezione civile Nello Musumeci e tra gli autori del nuovo “Piano del Mare”, c’è la fotografia attuale sull’Ecosistema portuale e marittimo dell’area dello Stretto di Messina. Quell’Area che Marchese definisce «uno dei più importanti crocevia di conoscenze e informazioni preziose».

Merci e passeggeri

Il traffico mercantile è quantificabile in circa 300 passaggi di navi al giorno, riferito sia a quello in transito longitudinale (di mero attraversamento dello Stretto) che trasversale (tra Calabria e Sicilia). Una parte di questo traffico è dovuto a navi di grandi dimensioni, generalmente “General cargo” (incluse portacontainer lunghe fino a 400 metri e alte anche oltre 50 metri, e navi Ro/ro). Marchese ricorda che nello Stretto è vietato il transito alle navi superiori a 50.000 Gt in zavorra ovvero 16.000 Gt se con carichi di idrocarburi alla rinfusa. Come porto passeggeri Messina dal 2021 ormai è il primo in Europa ed è il settimo porto croceristico italiano.

Il sistema “Vts”

Un volume di traffici sempre più imponente che ha indotto l’Italia, già nel 2007, ad istituire l’area di sicurezza della navigazione dello Stretto di Messina. Il decreto 128 del 23 giugno 2008, ha poi regolamentato il nuovo schema di separazione del traffico, meglio conosciuto a livello internazionale come “Vessel Traffic Service”, il famoso “Vts” ubicato sul colle del Forte Ogliastri, ovvero un servizio volto a tutelare la sicurezza e l’efficienza della navigazione. Navigazione attuata, secondo uno schema di separazione del traffico di tipo rotatorio in senso antiorario, attorno ad una rotatoria virtuale denominata “roundabout”. La gestione del servizio è affidata al Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera. «La vasta quantità di dati a disposizione del “Vts” risulta particolarmente utile nei periodi di traffico intenso, riducendo il rischio di situazioni potenzialmente pericolose».

La Convenzione Onu

Forse in pochi lo sanno ma lo Stretto di Messina è stato oggetto di approfonditi studi da parte della Convenzione delle Nazioni unite sul Diritto del mare, che lo ha classificato come “Stretto internazionale”, nel quale cui vige il principio del «diritto di passaggio inoffensivo non sospendibile». Ma lo Stretto di Messina – si legge ancora nella relazione del consigliere del ministro Musumeci – «non è solo questo, è anche una località di incontro tra popoli, un teatro di eventi storici significativi e un luogo dove la natura, la mitologia e la cultura si fondono in un unico scenario affascinante. Geograficamente questo braccio di mare di pochi chilometri (3,2 km) che collega il Mar Ionio e il Mar Tirreno e separa la penisola italiana dalla Sicilia è per sua natura un importante crocevia marittimo ricco di storia, cultura e biodiversità. Culturalmente lo Stretto, al centro del Mar Mediterraneo ha rappresentato la porta d'ingresso tra Oriente e Occidente e un punto di convergenza tra le diverse civiltà».

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