Una vicenda del genere è certamente singolare, e dimostra forse uno scandaloso andazzo consolidato negli ospedali pubblici. Senza che nessuno faccia nulla. Un medico che dopo una visita ad un paziente con problemi cardiologici invece di indirizzarlo nella struttura “accanto”, riconosciuta da tutti come un’eccellenza, lo invoglia a “cambiare strada”, andando in una clinica di Pedara o all’Ismett di Palermo. La vicenda è accaduta sempre all’ospedale Papardo e venne denunciata a diversi soggetti istituzionali tempo addietro proprio dal direttore della Cardiochirurgia, il prof. Patanè, con una nota inviata ai vertici sanitari del Papardo, e per conoscenza al presidente della Regione Nello Musumeci, all’allora assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, e anche all’Ordine dei medici di Messina. Vennero inviate agli stessi indirizzi anche alcune mail pec da un suo legale, che si concludevano sempre alla stessa maniera, ovvero «Si chiede di essere messi a conoscenza sia dell’iter che della conclusione della vicenda». Cosa è successo poi? Un bel niente. Il paziente fu poi operato con successo dall’equipe di Cardiochirurgia del Papardo.
Ecco alcuni stralci della lettera inviata e “inascoltata” da tutti. «Con missiva datata ... - c’era scritto tra l’altro in quella lettera -, inviata dai parenti di un paziente dell’Azienda ospedaliera Papardo, il dott. Patanè è venuto a conoscenza che il cardiologo emodinamista di turno, impossibilitato a risolvere il caso del paziente, ha chiesto una consulenza cardiochirurgica consigliando animosamente ai parenti dello stesso di non lasciarlo in mano a persone professionalmente poco raccomandabili (nello specifico lo scrivente e tutta l’equipe del reparto di cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera Papardo) suggerendo altre cliniche e/o aziende ospedaliere (nel dettaglio Pedara o l’Ismett di Palermo) per, a dire del medico, inadeguatezza del reparto di cardiochirurgia dell’ospedale Papardo pur facendone parte; l’uso di espressioni denigratorie della professionalità, della correttezza e dell’operato prof. Patanè e del reparto di cardiochirurgia dell’ospedale Papardo ha palesemente leso i diritti dello stesso e dell’intero reparto di cardiochirurgia e dell’Azienda Papardo (vd. missiva allegata: “... richiede una consulenza cardiochirurgica ma consiglia animosamente di non lasciare mio padre in mano a persone professionalmente poco raccomandabili, suggerendomi Pedara o l’Ismett di Palermo, ritenendo il reparto di cardiochirurgia dell’ospedale Papardo, di cui peraltro lo stesso fa parte, inadatto a risolvere il problema ...”)». Scriveva poi il legale: «... innanzitutto sono stati palesemente lesi l’onore, la professionalità ed il decoro del prof. Patanè e dell’intera struttura ospedaliera, con ingenti danni per gli stessi; è stato altresì espressamente manifestato il tentativo di smistare ad altre strutture sanitarie il paziente, non si comprende per quali ragioni lecite ed illecite che siano; è palese il gravissimo comportamento antiaziendale, con conseguente pericolo di danno erariale per perdita del Drg dell’intervento, quantizzabile in circa 20.000 euro».
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