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Medici assenteisti al 118 di Letojanni: cambia in appello la “sanzione” della Corte dei conti

Il processo penale si è invece concluso nel gennaio 2022 con la sentenza della Corte d’appello di Messina, divenuta definitiva un anno dopo perché la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso

Una condanna cancellata e una ridotta. Cambia, in appello, il verdetto della Corte dei conti nei confronti dei medici Antonio Corica e Antonino Ferlito, in servizio al “118” di Letojanni, arrestati nel febbraio 2017 con le accuse di truffa aggravata e falsità ideologica per essersi assentati dal lavoro, secondo l’autorità giudiziaria, falsificando i registro delle presenze.
La Sezione giurisdizionale d’appello ha infatti accolto parzialmente l’appello principale di Corica ed integralmente l’appello incidentale di Ferlito, presentati dai legali difensori, gli avvocati Salvatore Silvestro e Giuseppe Mingiardi, e ha condannato Corica al risarcimento del solo danno patrimoniale pari a 19.781 euro in favore dell’Azienda sanitaria provinciale di Messina, oltre alla rivalutazione ed interessi legali, mentre ha annullato la sentenza di primo grado nella parte in cui condannava entrambi al risarcimento del danno all’immagine, quantificato in 39.562 euro per Corica e 34.779 euro per Ferlito.
Il processo penale si è invece concluso nel gennaio 2022 con la sentenza della Corte d’appello di Messina, divenuta definitiva un anno dopo perché la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, con la condanna di entrambi ad un anno e sei mesi di reclusione e la multa di 600 euro ciascuno per il reato di truffa.
Chiusa la vicenda penale, la Procura regionale della Corte dei conti aveva acquisito dall’Asp i tabulati delle ore di assenza e i prospetti delle retribuzioni indebitamente corrisposte ai due medici, rilevando a carico di Antonio Corica 480 ore di assenza tra novembre 2014 e agosto 2016 che hanno portato l’Asp ad erogare indebitamente retribuzioni lorde per 19.781 euro, mentre Antonino Ferlito (ottobre 2014-agosto 2016), a fronte di 421 ore di assenza, aveva percepito 17.389 euro. Lo scorso 28 marzo era così arrivata la condanna dei giudici contabili al pagamento complessivo di 94.869 euro per danno patrimoniale e di immagine, mentre il procuratore generale aveva chiesto risarcimenti per un totale di 111.512 euro.

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