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Lo spaccio di droga a Furci Siculo: in appello decise otto condanne

Lo spaccio di droga a Furci Siculo In appello decise otto condanne

Si conclude con otto condanne, tutte con sconti di pena, il processo d’appello dell’operazione “Cotto o crudo” su un vasto giro della spaccio di droga a Furci siculo scoperto da un’indagine dei carabinieri della Compagnia di Taormina, sfociata in una serie di arresti scattati a febbraio 2023 per associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
La Corte d’appello (presidente Francesco Tripodi, giudici Luana Lino e Carmine De Rose) ha riqualificato i fatti contestati riconoscendo la lieve entità, arrivando a pene più leggere rispetto a quelle decise in primo grado. Sono stati quindi condannati Carmelo Menoti a cinque anni, sette mesi e dieci giorni, in continuazione con altri sentenze, Francesco Celi a tre anni, tre mesi e dieci giorni , Paolo Grasso a quattro anni e otto mesi, Simone Triscari a un anno, undici mesi e dieci giorni, Alberto Ferraro a due anni, sei mesi e dieci giorni, Emanuele Impellizzeri a due anni, tre mesi e dieci giorni, in continuazione con un’altra sentenza, Giuseppe La Rosa a un anno, sei mesi e venti giorni, Tamara Gugliotta a un anno, sei mesi e venti giorni. La riforma della sentenza era stata chiesta anche dalla difesa rappresentata dagli avvocati Giuseppe Bonavita, Tino Celi, Oleg Traclò, Felice di Bartolo, Antonio Bongiorno e Antonino Curatola del Foro di Reggio Calabria.

Il processo di primo grado, con il rito abbreviato, si era concluso il 30 maggio 2023 con pesanti condanne. Menoti era stato condannato a 15 anni e 6 mesi e 20 giorni, Ferraro a 7 anni, 10 mesi e 10 giorni, Triscari a 7 anni, 3 mesi e 10 giorni, Impellizzeri a 7 anni, 7 mesi e 10 giorni, Celi a 7 anni, Grasso a 16 anni e 11 mesi e La Rosa e Gugliotta a 6 anni, 10 mesi e 20 giorni ciascuno. Contro questa sentenza è stato presentato appello. E ieri il processo di secondo grado si è concluso con condanne meno severe.

L’operazione antidroga era stata denominata “Cotto o crudo” come i termini convenzionali utilizzati dagli indagati per indicare la droga, la cocaina e il crack, nelle conversazioni intercettate dai carabinieri. Non soltanto “cotto e crudo” ma si faceva riferimento anche al “mezzo panino”, oppure a “birrette normali” da acquistare. Secondo l’accusa c’era un vasto giro dello spaccio di droga che aveva come punto di riferimento l’abitazione di Menoti a Furci siculo.

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