Si è insediato ieri il consiglio comunale dei ragazzi dopo le elezioni amministrative che hanno visto trionfare la sindaca Viola Milone.
Sua vice è Margherita Mobilia, mentre hanno assunto la carica di assessori Valerio Ermito, Chiara Natoli e Maria Buzzanca.
Gaia Merenda è stata invece eletta presidente dell'Assemblea, nomina conquistata solo dopo il ballottaggio, necessario anche per decretare la poltrona della prima cittadina.
L’ulteriore votazione evidenzia quanto lo strumento consultivo sia stato preso a cuore dai giovanissimi studenti degli istituti comprensivi di Patti, il “Lombardo Radice” e il “Luigi Pirandello”.
Dai banchi delle classi 4. e 5.ᵉ della Primaria e di tutte le Medie, prima di arrivare agli scrutini ogni classe ha eletto i rappresentanti deputati ad occupare gli scranni di Palazzo dell’Aquila, da cui sono emersi i 20 consiglieri il cui lavoro verrà ufficialmente supervisionato dal presidente del Consiglio e dal segretario comunale, nel rispetto assoluto dell'autonomia dei piccoli politici.
Si tratta, infatti, di un'attività tutt'altro che ludica, sancita dalla Carta dei diritti del fanciullo che ne prevede l’avvicinamento alla vita politica attraverso la collaborazione con le istituzioni.
Nello specifico il consiglio comunale dei ragazzi ha il compito di deliberare, in via consultiva, in materia di politica ambientale e della salute, sport e tempo libero, giochi, rapporti con l'associazionismo, cultura e spettacolo, pubblica istruzione, assistenza ai giovani e agli anziani.
Con le sue funzioni propositive da esercitare mediante pareri da suggerire direttamente al consiglio comunale vero e proprio, quello dei ragazzi rappresenta pertanto un organismo politico a tutti gli effetti.
«Dimostrando passione e voglia di impegnarsi, ci hanno spontaneamente regalato una grande lezione – è il commento del presidente del Consiglio, quello dei “grandi”, Giacomo Prinzi –. Ma soprattutto hanno dato prova di aver recepito il principio democratico più elevato: finita la competizione elettorale i vincitori hanno la responsabilità di rappresentare tutti, mentre chi perde ha il diritto di essere rappresentato. Con grande senso pratico e spirito critico, scevro da preconcetti, hanno anche sollevato questioni a cui daremo di certo seguito».
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