Come nasce un bellissimo fiore nel rione: a Messina consegnate le 10 borse di studio "Rinasci-Menti"
Un gesto ad innaffiare un buon seme che si scontra con un dolente dato di fatto: se è vero che a Messina ci sono ancora troppe baracche, solo uno tra i dieci ragazzi che questa mattina ha ricevuto la possibilità di studiare quasi gratuitamente in un'università privata telematica oggi vive ancora in una delle favelas messinesi. Si potrebbe dire che, grazie all'accelerata degli ultimi anni, di ragazzi in baracca a Messina ne sono rimasti davvero pochi, ma sarebbe solo una bella bugia perchè la triste verità è che il resto dei tanti giovani in età da università che non ha una casa che si può chiamare casa, non si è neanche fatto avanti per cogliere un'opportunità di miglioramento, personale e professionale offerta grazie alla sinergia tra il gruppo Multiversity, l'Ufficio commissariale per il risanamento e il Comune con la Messina Social City. Alessio, Gianluca, Giosuè, Maicol, Samuele, Santino, Sebastiano, Serena e Syria. Sono questi i nomi di splendidi ragazzi su cui le rispettive famiglie hanno lavorato tanto, nonostante il quartiere in cui sono cresciuti non fosse dei migliori. Abitavano o abitano a Camaro, Gravitelli, a Giostra, in via Macello Vecchio, all'Annunziata. Quasi tutti sono tra i primi che intraprendono un corso di studi universitario nella propria famiglia, quasi tutti sognano di rimanere a Messina, un po' perchè ci sono legati e un po' perchè, nonostante la giovane età, hanno già la testa sulle spalle e sanno quanto costa studiare, lavorare e vivere fuori. Alcuni sono stati “arruolati” in questa nuova avventura dalla Messina Social City perchè avevano già partecipato al progetto “L'estate addosso”, come Alessia che è stata inserita tra i selezionati per l'impegno e l'attività svolta durante lo stage nella partecipata comunale. Altri hanno letto il bando sul sito del Comune, altri ancora hanno saputo di questa iniziativa attraverso i servizi di Rtp. Sei di loro, oggi, si sono incontrati nel Salone degli Specchi della Città metropolitana per mettere un altro piccolo mattoncino sul proprio futuro. Tra loro c'è chi ha già una strada tracciata perchè ha superato un concorso nell'Esercito o nella Marina Militare, però non ha voluto farsi sfuggire l'occasione di affiancare a questo tipo di carriera una laurea in Scienze motorie. O chi già lavora, ma vuole continuare a formarsi ed andare avanti nel settore dell'Ingegneria o dell'Economia. Frequentavano l'Antonello, il Verona Trento, il Caio Duilio. In molti se non fosse arrivata questa possibilità, avrebbero scelto l'università pubblica, altri hanno deciso di interrompere il proprio percorso nell'Ateneo di Messina per iniziare questo nuovo cammino. Tutti hanno un consiglio per chi è cresciuto o sta crescendo in un quartiere difficile, per chi vive o ha vissuto in una baracca: “Date ascolto alle vostre famiglie, non vi arrendete mai, se anche intorno a voi ci sono dieci strade sbagliate, scegliete sempre quella giusta anche se sembra la più difficile. Coltivate le passioni che avete, fissate degli obiettivi nel tempo e fate di tutto pur di raggiungerli. Ci saranno momenti di difficoltà – hanno detto in coro – perchè nessuno di noi nasce sapendo già tutto, ma non fermatevi mai e provateci sempre”. Con queste parole e un po' di quella sana timidezza che viene da chi ha fatto dell'umiltà forse il più grande pregio, oggi questi ragazzi hanno dimostrato come può crescere un bellissimo seme, anche in mezzo a un brutto rione.