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Stromboli, dall’incendio del 2022 ad oggi: quei ritardi che fanno male quanto il fango

Cosa sta succedendo a Stromboli? È un quesito che rimbomba, quello posto già nell’incipit dell’accorato (disperato?) appello alle istituzioni della Pro Loco dell’isola eoliana. Un’isola che con i capricci del fato e della natura ha imparato a conviverci da sempre, addebitandoli, però, al vulcano che non è nell’isola ma è l’isola. Ciò che sta accadendo da quel maledetto 25 maggio 2022, però, non ha nulla a che vedere col vulcano. C’entra, e molto, la mano dell’uomo. Ciò che la mano dell’uomo ha fatto – quell’incendio, scaturito durante le riprese della fiction Rai andata in onda questo autunno – e ciò che la mano dell’uomo non ha fatto: mettere in sicurezza un’isola che si sgretola ad ogni temporale. Bastano pochi minuti, com’è accaduto ieri.
Il primo evento alluvionale è arrivato il 12 agosto di quello stesso anno. Colate di fango dai torrenti che hanno palesato la fragilità dei terreni arsi dal fuoco pochi mesi prima. Servono 18 giorni perché da Roma si dichiari lo stato d’emergenza (con lo stanziamento di 1 milione di euro), ne servono altri 20 perché venga nominato commissario delegato, con pieni poteri, il sindaco di Lipari. Da allora (20 settembre 2022) trascorrono circa 10 mesi prima che il sindaco-commissario chieda supporto all’Autorità di bacino della Sicilia per le attività propedeutiche alla progettazione degli interventi (supporto che viene accordato tre giorni dopo). Di mesi ne trascorrono altri quattro – siamo già a novembre 2023 – perché venga individuato il responsabile unico del procedimento degli interventi «necessari e urgenti». A fine ottobre, nel frattempo, l’Autorità di bacino aveva trasmesso i documento di indirizzo alla progettazione, i cosiddetti Dip, per “gli interventi necessari ed urgenti per l’esecuzione di opere idrauliche mirate alla mitigazione del rischio esondazione nell’isola di Stromboli del Comune di Lipari”. In altri termini, poco più di un anno dopo la prima alluvione dell’agosto 2022, si è ancora alla fase preliminare dei progetti. I Dip, infatti, sono i documento strategici in cui vengono individuati caratteristiche, requisiti ed elaborati progettuali necessari ad ogni fase della progettazione. Il prologo, sostanzialmente.
Ed è un lungo prologo, se è vero che dovranno passare altri nove mesi (siamo già a luglio 2024) perché il rup nominato a novembre chieda ulteriori approfondimenti all’Autorità di bacino su quei documenti di indirizzo alla progettazione. A questo punto sembra arrivare – finalmente – un’accelerazione: il 1° agosto l’Autorità di bacino trasmette la versione definitiva dei Dip, suddividendo gli interventi in area Sud, area Centro e area Nord di Stromboli, e quattro giorni più tardi il Rup approva i documenti, prenotando le somme stanziate oltre un anno prima (era l’aprile 2023) dal Consiglio dei ministri per circa 14 milioni di euro e già parzialmente disponibili nella contabilità speciale intestata al sindaco-commissario di Lipari. Il 7 agosto gli uffici commissariali danno via libera alla stipula di accordi quadro con Invitalia per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura «finalizzati alla progettazione esecutiva».
Due anni pieni per arrivare a quello che, a tutti gli effetti, non è un traguardo ma un punto di partenza. Ci vorranno mesi per vedere i primi, veri interventi. E nel frattempo le colate di fango fanno paura. Più paura del vulcano.

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