Dramma di una cittadina senza tetto e senza diritti che lotta per la residenza ed i sussidi di sopravvivenza. Una storia di povertà, dignità e lotta burocratica quella che coinvolge Alessandra (nome di fantasia), una donna di 59 anni, originaria di Barcellona Pozzo di Gotto. Colpita da gravi problemi di salute e in condizioni di totale indigenza, Alessandra ritornata in Sicilia nel settembre scorso, per poi trasferirsi a Barcellona, non riesce ad ottenere la residenza nel comune dove è nata e vissuta per gran parte della sua vita. Per una serie di sfortunate circostanze, la sua ricerca di un lavoro dignitoso l'ha condotta in altre città, fino a Bari, dove ha vissuto di espedienti, sostenuta dalla Caritas e dormendo in strada: da settembre scorso approdata a Messina, ospite di un centro di accoglienza per senzatetto, dove ha vissuto e le è stato assicurato un pasto.
La sua condizione è peggiorata da qualche settimana, quando Alessandra tenta disperatamente di ottenere l’iscrizione all’anagrafe del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto. La residenza è un requisito fondamentale per accedere a sostegni economici e cure indispensabili per la sua condizione di indigente. La stessa, grazie a due sacchi a pelo fornitigli dalla Croce Rossa dorme in un angolo della stazione ferroviaria di Barcellona dove spesso la notte viene persino importunata. I servizi igienici che riesce ad utilizzare sono quelli insani della stessa stazione. Bagni che lei stessa ha ripulito per poterli utilizzare. Tuttavia, alla sua reiterata richiesta di iscrizione nel registro dei residenti, l'Ufficio Anagrafe comunale insiste nel richiedere un domicilio fisico per concederle la residenza, requisito impossibile da soddisfare per chi, come lei, vive in condizioni di estrema precarietà.
Della vicenda si stanno occupando su segnalazione di persone che sono venute a conoscenza dei disagi vissuti dalla donna, gli avvocati Carmelo Costa e David Bongiovanni, quest'ultimo nelle funzioni anche di consigliere comunale che nella giornata di ieri si è rapportato direttamente con la dirigente dell'Ufficio anagrafe e con il funzionario responsabile dei servizi anagrafici, per evidenziare che secondo la normativa nazionale le persone senza fissa dimora, che non possano indicare un domicilio fisico per fissarvi la residenza, devono essere iscritte, senza ulteriori formalità o requisiti, nell'anagrafe residente del Comune di nascita, nella speciale sezione a tal fine istituita dal Ministero dell'Interno nell'anagrafe nazionale, presso una via fittizia, territorialmente non esistente, creata dall'ente comunale allo scopo.
Povera, malata, dorme alla stazione. Il dramma di Alessandra e l'appello al comune di Barcellona: "Datemi almeno la residenza"
Grazie a due sacchi a pelo fornitigli dalla Croce Rossa dorme in un angolo della stazione. Si lava nelei bagni della stazione che lei stessa ha ripulito per poterli utilizzare
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