Viene ulteriormente ridimensionato in appello il quadro giudiziario dell’operazione "Gamma Interferon", ovvero l’indagine dei poliziotti del commissariato di Sant’Agata di Militello, all'epoca guidato dal vice questore Daniele Manganaro, che si occupò per mesi di un vasto giro di macellazione clandestina e delle zoomafie nel vasto teritorio dei Nebrodi, anche in ottica delle frodi comunitarie.
La sezione penale della Corte d’Appello di Messina presieduta dal giudice Francesco Tripodi ha ridimensionato infatti tre condanne rispetto al primo grado, con l'esclusione di alcune accuse per quasi tutti gli imputati, e ha deciso anche alcune assoluzioni totali.
Ecco il quadro complessivo. Condanna a 3 anni di reclusione per Salvatore Biagio Borgia, a 2 anni e 2 mesi e 800 euro di multa per Nicolino Gioitta, a un anno e 4 mesi e 800 euro di multa per Giovanni Girbino, con la concessione delle attenuanti generiche e il beneficio della sospensione della pena. Tutti e tre hanno poi registrato alcune assoluzioni parziali.
Sono stati poi assolti completamente, la formula è "perché il fatto non susssite", Salvatore Inferno Artino, Carmelo Gioitta, Antonino Calcò, Sebastiano Conti Mammamica, Salvatore Musarra, Tindaro Giacomo Agostino Ninone. Il solo Salvatore Biagio Borgia dovrà poi risarcire le parti civili del processo, ovvero il Parco dei Nebrodi, l'Asp di Messina e il Codacons. Parecchi i legali impegnati nel processo, gli avvocati Santi Trovato, Giuseppe Scillia, Marilena Bonfiglio, Laura Todaro, Flavia Galbato Muscio, Fabio Armeli Iapichino, Alberto Ferraù, Sebastiano Calcò e Giampiero Ricciardi; e sul fronte delle parti civili gli avvocati Claudio Calabrò e Marco Lombardo.
A luglio era stato il sostituto procuratore generale Giuseppe Lombardo a rappresentare l’accusa in udienza, ed aveva discusso a lungo di questi fatti clamorosi fornendo poi il dettaglio ai giudici delle sue richieste finali. In pratica non è rimasto in piedi quasi nulla dal 2016 ad oggi, processualmente parlando, della maxi operazione “Gamma Interferon”, l’indagine più importante che sia mai stata realizzata sui Nebrodi per contrastare la macellazione clandestina, la tubercolosi bovina, e poi tutto il mondo sommerso che girava intorno.
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