Una carta Postepay Evolution clonata e ben 2400 euro volatilizzati dal conto, una mattina di settembre del 2019, finiti con un clic addirittura in Bulgaria. E una causa tra il privato e la società, restia in prima battuta al rimborso, che solo nei giorni scorsi, in primo grado, dopo diverse udienze e parecchi testimoni sentiti, la giudice di pace Maria Angela Caputo ha potuto decidere. Dando ragione al privato, e condannando Poste Italiane Spa e PostePay Spa a restituire i 2400 euro all’utente. Il privato, un 50nne, assistito dagli avvocati Francesco Falzea e Katia Veneziani, ha infatti citato a suo tempo Poste Italiane Spa, a cui poi è stata affiancata PostePay spa, che è stata assistita dalle avvocate Daniela Gulino e Domenica Genitori.
L’uomo a suo tempo nell’atto ha spiegato di aver scoperto il 2 settembre 2019, dopo essersi recato presso uno sportello bancoposta per effettuare un prelievo di somme, che lo stesso giorno era stata eseguita in Bulgaria un’operazione on-line per 2.400 euro non autorizzata e non ancora contabilizzata. Aveva quindi provveduto a sporgere denuncia dell’accaduto e a compilare il modulo di disconoscimento della transazione, ma la richiesta di rimborso non era stata accolta.
Al processo i legali di Poste hanno sostenuto tra l’altro che l’uomo avrebbe incautamente comunicato a terzi i codici di accesso on-line alla propria carta, dato che la riuscita dell’operazione di trasferimento somme on-line richiedeva, oltre all’inserimento della password del cliente, anche la digitazione del codice inviato tramite OTP al numero di cellulare collegato alla carta intestato allo stesso attore.
Postepay clonata a Messina, utente dovrà essere risarcito di 2400 euro
L'uomo si era recato a uno sportello bancoposta per effettuare un prelievo di somme e lo stesso giorno era stata eseguita in Bulgaria un’operazione on-line
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