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Esposto in procura, l'Ateneo di Messina chiarisce: "Dati dei candidati resi noti solo dopo la graduatoria finale"

«Presunta violazione dell’anonimato». È questa la nuova accusa di colui che, da qualche anno, veste ormai i panni di “grande accusatore” delle vicende interne all’Università di Messina, il sindacalista – nonché senatore accademico – Paolo Todaro, dalle cui denunce, poco più di un anno fa, è scoppiata la bufera che ha portato, poi, alle dimissioni dell’ex rettore Salvatore Cuzzocrea. Anche il concorso sul quale ha puntato adesso i riflettori Todaro, con tanto di esposto in Procura, risale al periodo in cui rettore era Cuzzocrea, tra il 2021 e il 2023, anche se gli attuali vertici dell’Ateneo, guidato adesso dalla rettrice Giovanna Spatari, non si sono sottratti ai quesiti posti e hanno voluto subito far chiarezza.
Tutto parte da una procedura concorsuale interna per la progressione verticale del personale tecnico amministrativo. Secondo Todaro, prima dello scioglimento dell’anonimato, i punteggi di valutazione della prova scritta sarebbero stati espressi dai componenti della commissione (tutti interni, due docenti, un dirigente e un funzionario) seguendo l’ordine alfabetico dei candidati, «violando così principi costituzionali quali l’imparzialità e il buon andamento della pubblica amministrazione». La gravità della vicenda, aggiunge il senatore accademico, è data anche dal fatto che «dal 2021 lo svolgimento, la correzione e lo scioglimento dell’anonimato delle prove scritte delle selezioni concorsuali per il reclutamento del personale tecnico amministrativo e dirigenziale dell’Università di Messina sono state eseguite tramite la piattaforma Quid-Cineca, utilizzata sia per i concorsi esterni che per le selezioni interne».
Cineca è il Consorzio interuniversitario che fornisce la maggior parte delle piattaforme e dei sistemi sulle quali l’Ateneo basa i servizi ai propri utenti. A giugno scorso Todaro aveva anche richiesto l’annullamento in autotutela del decreto di approvazione degli atti del concorso, ma anche di revoca l’incarico del Responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza, cioè il direttore generale dell’Ateneo, che a luglio ha chiesto poi di essere esentato da questo incarico. Sempre a luglio la rettrice ha anche risposto, con una riservata, ai dubbi di Todaro, non del tutto sciolti, evidentemente, tanto da ritenere «improcrastinabile l’allontanamento del direttore generale da qualsiasi compito o attività relativamente alle sue funzioni nell’amministrazione e nella governance dell’Ateneo». Direttore generale che, per inciso, è in scadenza di mandato, tanto che è ormai imminente la pubblicazione del bando per l’individuazione del successore.
La rettrice Giovanna Spatari, da noi interpellata, ha voluto far chiarezza: «Premetto che affronto sempre con massimo rispetto e attenzione ogni segnalazione che ricevo, soprattutto quando riguarda temi quali legalità e trasparenza che costituiscono un punto fermo e non negoziabile nell’azione del governo di Ateneo che ho l’onore di guidare. Ovviamente, quindi, ho dato massima considerazione alle note inviatemi tra maggio e giugno scorsi da alcune unità di personale che avevano partecipato alla selezione in questione e dal dott. Paolo Todaro, in veste di Senatore accademico. Ho chiesto agli uffici di ricostruire tutti i passaggi del concorso, che si era concluso un anno prima. A metà luglio ho fornito le risposte dovute, che ho reso pubbliche adesso in risposta a quanto il senatore Todaro ha comunicato alla stampa. Nell’effettuare la verifica, ovviamente, il mio punto di riferimento diventa chi ha fornito la piattaforma contestata, cioè Cineca. Ricordo che parliamo di un ente pubblico, di un consorzio a cui aderiscono la maggior parte delle università italiane, una cinquantina di istituzioni nazionali e due ministeri. Parimenti, chiarimenti sono stati chiesti alla Commissione giudicatrice che ha utilizzato questa piattaforma».
La rettrice spiega che «il Cineca, al termine di una dettagliata relazione in cui, in estrema sintesi, ha spiegato come nessuno potesse sapere in anticipo il side effect che si sarebbe generato (cioè quello di collocare i compiti dei candidati in ordine alfabetico), ha concluso affermando che tale ordine non è stato visualizzato da nessuna parte né prima né durante la correzione, dato che nessun documento che l’Ateneo ha dato a Cineca, né che Cineca ha estratto da Pica riporta i candidati in ordine alfabetico. L’ordinamento alfabetico, invece, si è generato solo dopo lo scioglimento dell’anonimato. La Commissione, quindi, ha avuto informazione sui candidati soltanto quando ha ricevuto la graduatoria finale. I commissari, a loro volta, hanno prodotto separatamente un’altra relazione e i passaggi confermano il quadro presentatoci dal Cineca. Ciò detto, naturalmente, tutto può essere messo in discussione; nessuna procedura, nella pubblica amministrazione come in tutti gli altri settori, ha in sé il valore della perfezione. Il senatore Todaro, a questo punto, evidentemente ritiene che tali dubbi superano i riscontri raccolti dall’Ateneo e a lui comunicati. Se gli organi competenti chiederanno ulteriori informazioni – conclude la rettrice Spatari -, l’amministrazione sarà ovviamente pronta a fornirli».

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