Il caso Arsenico nei cantieri ferroviari di Nizza: «I valori sono inferiori ai limiti previsti»
«Dagli esiti delle indagini il terreno oggetto delle analisi è stato classificato come rifiuto non pericoloso e l’indagine condotta su metalli aerodispersi nella galleria ha riscontrato valori inferiori ai limiti previsti per la salute dei lavoratori». È quanto affermato dal presidente del Consorzio Messina-Catania Lotto Nord, l’ing. Antonino Pulejo, dopo il vertice di ieri a Palermo sul caso Arsenico nei cantieri del raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo, convocato dal Commissario straordinario di Governo, Filippo Palazzo, per discutere del rinvenimento nelle terre e rocce da scavo di concentrazioni del metalloide oltre le soglia di contaminazione, in particolare all’interno della galleria “Sciglio” di Nizza di Sicilia, in fase di scavo. Nella sede di Rfi erano presenti Arpa Sicilia, Arpa Messina, Osservatorio ambientale Giampilieri-Fiumefreddo, Consorzio Messina-Catania Lotto Nord, Italferr e i sindaci Natale Briguglio (Nizza di Sicilia) e Tommaso Micalizzi (Alì Terme), mentre Giuseppe Lombardo (Roccalumera) è stato ammesso da remoto. I sindaci chiedevano risposte su stoccaggio e trasporto delle terre da scavo contaminate da Arsenico, sui possibili rischi di inquinamento dell’ambiente e le ricadute sulle popolazioni e l’ing. Pulejo ha rassicurato che le concentrazioni rinvenute non originano rischi per la salute umana in caso di esposizione da inalazione di polveri e che già nella riunione del 18 ottobre è stata ipotizzata una soluzione a breve termine che prevede il conferimento come rifiuto in un impianto esterno autorizzato. «Ad ulteriore tutela di lavoratori e territori – ha aggiunto il presidente del Consorzio – sono stati attivati anche gli specialisti delle Università di Catania e Roma Tor Vergata per fornire supporto al fine di analizzare le informazioni disponibili e valutare eventuali ulteriori monitoraggi-azioni da intraprendere». I sindaci, però, non sono pienamente soddisfatti. «Un nulla di fatto – commenta Micalizzi – tutte le verifiche da noi richieste sono state soltanto commissionate e sono ancora in corso e dunque non abbiamo contezza di nulla. Ci è stato detto che non sono possibili dispersioni del materiale nel terreno perchè le otto vasche in cemento armato sono alte 2,5 metri e tutte impermeabilizzate». Il sindaco di Alì Terme ha chiesto alla prefetta di costituire un tavolo tecnico istituzionale con tutti gli enti per affrontare la problematica: «Ci ha informato che è intenzionata a convocarlo – aggiunge – ma dopo che avrà un quadro più completo della situazione». Briguglio guarda il bicchiere mezzo pieno: «Hanno escluso problemi derivanti da contaminazione dell’aria, e questo già ci rassicura – commenta – dentro la galleria e non ci sono tracce di Arsenico e quindi neanche all’esterno. Adesso si deve escludere il rischio di contaminazione delle acque – aggiunge – per Arpa è impossibile che la falda acquifera a 35 metri di profondità si contamini con un po’ d’acqua che scorre in superficie, le analisi fatte a luglio 2023 nel deposito temporaneo 15.2 7 non si riferiscono alle terre stoccate sopra ma alla quantità di Arsenico presente nel sottosuolo. Attendiamo nel giro di due giorni anche le nostre sulle acque di captazione dei pozzi che alimentano l’acquedotto». Poco convinto Lombardo: «Non abbiamo dati certi sull’acqua o sull’ambiente – dichiara – dicono che è tutto a posto e che le vasche sono a tenuta stagna, come se video e foto che fossero invenzioni. Per Arpa la responsabilità di vigilare sui rifiuti è della Città metropolitana, che però non sa nulla. Dunque nessun passo avanti».