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Messina, aggiudicata la gara per il nuovo waterfront: l’affaccio a mare tra le foci dei torrenti Annunziata e Boccetta

L’aggiudicazione provvisoria risaliva al febbraio scorso, ora è arrivata l’assegnazione definitiva. A vincere il concorso per la progettazione esecutiva del nuovo waterfront tra l’Annunziata e la foce del torrente Boccetta, indetto dall’Autorità di sistema portuale, è il raggruppamento di professionisti ed esperti, con capogruppo il TStudio dell’architetta romana Guendalina Salimei e del quale fanno parte la società “Ufo-Urban Future Organization” (uno studio che vede associati ingegneri e architetti di tutto il mondo, tra i quali il messinese Claudio Lucchesi), la milanese “Ag&P Greenscape”, le torinesi “Ai Engineering” e “Ai Studio”, la romana Akkad e poi l’ingegnere Giovanni Miceli e il geologo Fabio Nicita, con studi rispettivamente a Messina e a Santa Teresa di Riva.
La riflessione progettuale che fa da sfondo alla proposta ritenuta meritevole di aggiudicazione dalla Commissione giudicatrice – presieduta dal prof. Paolo Desideri e composta dagli architetti Michelangelo Russo, Massimo De Francesco e Marina Arena, dall’ing. Giuseppe Rando e dal direttore generale del Comune, e geologo, Salvo Puccio – è il tema della restituzione alla città del suo rapporto con il mare, «recuperando l’unitarietà spaziale del fronte urbano un tempo affidato alle mura e alla palazzata».
Si parte dall’amara considerazione che risalta da decenni in modo netto e inequivocabile: «Il lungomare di Messina, con la sua famosa passeggiata aperta sullo Stretto, ha perso negli ultimi decenni il ruolo identitario della città, disarticolandosi in una pluralità di interventi ed episodi disomogenei, divenendo caratterizzato da uno stato di degrado e di abbandono». Il progetto, dunque, «ripropone l’unitarietà della palazzata non attraverso un nuovo prospetto urbano, ma agendo sul ridisegno del suolo, ribaltando a terra il carattere di continuità dello spazio tra la città e il Mare. Non in elevazione, ma in orizzontale. Si fonda infatti sulla realizzazione di una infrastruttura lineare continua e unificatrice, con un suo spessore, una sua solidità minerale: un “parterre” che riassume una pluralità di reti e di nodi funzionali. La tranvia è la rete tecnologica che connette e sostiene l’intero sistema del waterfront inteso come spazio pubblico. Quest’ultimo si sviluppa con continuità da viale Boccetta a viale dell’Annunziata (e in prospettiva dalla Stazione ferroviaria marittima alla villa comunale Albert Sabin), integrando nel suo spessore e nel suo disegno la rete del verde e dei giardini, i percorsi pedonali e ciclabili, la rete culturale delle installazioni artistiche e della cultura, i servizi di base, del commercio e della ristorazione».

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