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Messina: la "nuova" Amam riparte dall'acqua h24 come priorità e dai piani strategici

Qualche settimana prima dell'azzeramento dei vertici – politici e amministrativi – dell’Amam, gli stessi avevano messo nero su bianco due documenti di importanza cruciale per il futuro, nel breve e medio termine, dell'azienda: i programmi operativi triennale e annuale. E cioè, in soldoni, i piani sulle attività da realizzare nel corso di un anno (il 2024, nello specifico) e nel triennio. I due programmi sono stati approvati dall'assemblea dei soci, quindi dal Comune, il 13 settembre. Poco più di due settimane dopo si sarebbe dimesso il direttore generale, Pierfrancesco Donato (il quale, come Gazzetta del Sud ha ricostruito, aveva da tempo manifestato questa intenzione); sei giorni dopo è toccato all'intero consiglio d'amministrazione lasciare l'incarico, creando un vuoto che verrà colmato a stretto giro: entro il 15 ottobre, infatti, dovranno essere presentate le domande per candidarsi alla guida, come presidente e consiglieri d’amministrazione di Amam; non è ancora stato pubblicato, invece, l'avviso per il prossimo direttore generale.

Chiunque prenderà le redini dell’azienda, in ogni caso, dovrà ripartire da qui: dal Poa (programma operativo annuale) e del Pot (programma operativo triennale). In questi atti c’è tutto: gli interventi in corso, quelli previsti e quelli sui quali puntare nel breve periodo. Nel Poa, ad esempio, si tiene conto della «emergenzialità della crisi idrica attualmente imperante nell’intero territorio regionale e a Messina particolarmente» e viene spiegato che «l’attività di potenziamento del corpo idrico da parte di Amam è oggetto di un piano emergenziale condiviso con il Comune di Messina, anche quale autorità di Protezione Civile».

Un percorso che, però, parte da lontano: «In realtà, già a seguito degli eventi occorsi nel novembre 2015, legati al dissesto idrogeologico dell'area del comune di Calatabiano e al conseguenziale danneggiamento della condotta idrica del Fiumefreddo – viene spiegato –, l’Amam, di concerto con il Genio civile di Messina e su impulso del commissario delegato per l'emergenza idrica del Comune di Messina, ha avviato una campagna esplorativa al fine di individuare risorse idriche alternative all'approvvigionamento dal Fiumefreddo per soddisfare la richiesta dei residenti di Messina».

Lo stesso Genio civile, nel gennaio 2016, «aveva segnalato ad Amam alcune fonti esistenti da acquisire, indicando, per ciascuna di esse, la relativa localizzazione, la proprietà e il presunto quantitativo di portata disponibile». A quella segnalazione sono seguite analisi e indagini. «Lo studio idrogeologico completo ha riguardato il bacino della Fiumara D’Agrò, approfondito in ogni sua parte, successivamente approfondito con l’ing. Cimino del Genio Civile di Messina». Per gli altri bacini analizzati «sono state valutate le quantità d’acqua immagazzinate nei singoli bacini di accumulo». Tutte indagini che «sono valse solo a riconoscere in via preliminare una possibile potenziale disponibilità di risorse idriche per il cui utilizzo comunque vanno verificate le condizioni di fattibilità, i costi e, ovviamente, la reale disponibilità di risorsa idrica nelle sue principali caratteristiche: qualità, quantità ed effettiva localizzazione». Nulla di immediato, insomma.

«L’azienda ha inoltre avviato, già dal 2019 – si legge ancora –, una campagna di identificazione ed acquisizione di nuove fonti di approvvigionamento costituite da pozzi, ricadenti nel solo territorio comunale, al fine di incrementare l’autonomia di alcune zone ed aumentare la capillarità della distribuzione». E poi ci sono gli interventi di carattere emergenziale, definiti quest’anno insieme al Comune: «Project financing per dissalatore in fase di valutazione (ovvero si sta procedendo al vaglio delle proposte inviate ad Amam); l’azienda ha richiesto disponibilità di navi cisterne, qualora fosse necessario; si sta procedendo al riuso dell’acqua dei depuratori di Mili e San Saba e dell’acqua “fine corsa” delle fontane per scopi irrigui e antincendio; il verde cittadino verrà curato con autobotte e acqua non potabile reperita a cura della società Messinaservizi Bene Comune».

Il vero progetto di svolta, per Amam e il servizio idrico della città, resta quello dell’acqua H24, al quale è dedicato un capitolo a parte. Da una parte si sono già conclusi «gli interventi di mitigazione delle vulnerabilità dell’acquedotto Fiumefreddo», realizzati in diversi fine settimana, tra il 2023 e la prima metà del 2024, con interruzioni programmate dell'erogazione. Dall’altra «il progetto a valere sui fondi Pnrr di cui Amam è soggetto attuatore – si legge nel Poa -, ha visto nell’esercizio 2024 la consegna formale dei lavori alla ditta appaltatrice Siciltecnoplus srl, il 18 marzo scorso».

Progetto che «è finalizzato all’esecuzione di interventi di razionalizzazione, efficientamento e riduzione delle perdite delle reti idriche interne di Messina, per un importo di euro 21,2 milioni dieuro, il cui completamento dei lavori è previsto per il mese di marzo 2026. Esso si prefigge di ridurre le perdite in rete (pari oggi al 53%) di implementare l’asset management esistente, di avviare la distrettualizzazione delle reti, integrare il sistema di telemisura e telecontrollo già esistente sulla quasi totalità delle infrastrutture idriche della città con sistemi di smart metering per la lettura dei contatori del nucleo centrale cittadino». La linea d’arrivo rimane quella di marzo 2026. E sarà l’obiettivo principale anche della “nuova” Amam che verrà.

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