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Barcellona, il carcere come una piazza di spaccio: fenomeno estremamente allarmante

L’individuazione e gli arresti, in tutto nove, dei maggiori esponenti dei due gruppi che avevano organizzato l’intenso traffico di droga, nei territori di Barcellona e Milazzo, e nella Casa circondariale, divenuta esclusiva piazza di spaccio per i detenuti, sono state frutto di una indagine avviata inizialmente su singoli episodi dalla Procura di Barcellona, retta dal procuratore Giuseppe Verzera e poi, dopo la scoperta di episodi più gravi, trasferita alla Procura Antimafia di Messina, Che ha acceso i fari sullo spaccio di sostanze stupefacenti di droghe pesanti, come cocaina e crack.

Due i gruppi criminali organizzati, uno guidato da Luigi Crescenti e l’altro da Francesco Esposito, entrambi messinesi i quali, oltre a trovarsi nel carcere di Barcellona per diverse tipologie di reati, hanno scelto, con le rispettive compagne, di stabilirsi nell’hinterland di Milazzo e precisamente in una delle frazioni di San Filippo del Mela, forse anche per facilitare alle due donne i continui spostamenti da e verso Messina per rifornirsi di stupefacenti destinati alla folta clientela di Barcellona e di Milazzo, oltre che a quella residente nella Casa Circondariale. A quest’ultima clientela venivano recapitate le partite di droga selezionate grazie alla rete esterna che poi provvedeva ad individuare sistemi e stratagemmi che consentivano ai detenuti di ricevere direttamente in cella le dosi richieste, pagate attraverso versamenti su Poste Pay o bonifici Sepa.

Infatti, per la prima volta, una indagine ha permesso di individuare, attraverso il tracciamento dei pagamenti, i consumatori che ordinavano le commesse di droga per farne poi uso, sia consumatori finali che piccoli spacciatori. Investigatori e magistrati inquirenti hanno definito “estremamente allarmante” il fenomeno snidato di traffico di stupefacenti all'interno delle strutture del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, in particolare del Carcere di Barcellona. Sarebbe stato documentato in modo esaustivo e drammaticamente chiaro come Francesco Esposito, oltre a continuare a gestire l’associazione finalizzata allo smercio di droga, sia riuscito a porre in essere una base organizzativa per lo spaccio nel carcere dove era detenuto dal maggio del 2023. L’uomo contava sulla sua compagna, Simona Costa, colei che avrebbe riscosso gli incassi di spacciatori e consumatori, per poi rendicontare gli stessi, o quelli da effettuare, al suo compagno detenuto.

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