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Messina, la morte di Maria Luisa Cortese: la figlia oggi diciottenne attende ancora giustizia

La puerpera morta di parto e i processi. Nel 2006 al Policlinico la tragedia della 21enne di Villafranca dopo il cesareo

Sua figlia a luglio ha compiuto diciott’anni. E quella madre che manca l’ha vista solo nelle fotografie, affilate lame di ricordi inesistenti. E da diciott’anni, proprio la sua età, s’è aperta la pagina giudiziaria ancora non chiusa per la povera ventunenne Marialuisa Cortese, una ragazza di Villafranca, che morì al Policlinico dopo il parto cesareo. Erano le tre di pomeriggio del 27 luglio 2006.
Il processo penale che scaturì da quella tragedia si è concluso in tutti i gradi di giudizio a carico di alcuni dei medici che operarono in quei frangenti soltanto nel 2018, ed ha definito la prescrizione dei reati confermando invece le statuizioni civili, cioè il risarcimento da definire in sede civile a carico dei medici e del Policlinico come responsabile civile. Ma ancora oggi, a diciotto anni di distanza, i parenti della donna non hanno avuto nulla, solo la “provvisionale”, il risarcimento immediato, deciso a suo tempo dai giudici di primo grado. Ecco un altro caso simbolo della lentezza della giustizia, che mette in risalto un altro aspetto dei labirinti senza uscita in cui spesso si finisce, ovvero quello della cosiddetta mediazione civile. Già, perché è stata resa obbligatoria per legge con lo scopo di deflazionare l’attività dei magistrati ma in questo caso dopo anni non ha portato a nulla.
Tanto che i legali della famiglia Cortese, gli avvocati Antonio Lo Presti e Filippo Mangiapane, si sono trovati costretti, per dare una risposta di giustizia ai familiari, a citare per il risarcimento il Policlinico universitario davanti al giudice civile.

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