La leggerezza con cui il dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione arriva a scrivere, nella nota “partorita” il 5 settembre scorso e trasmessa venti giorni dopo a Palazzo Zanca, che «non risulta una carenza idrica in danno del Comune di Messina», suona come una beffa. Perché sarà pur vero che Messina ha sofferto meno di altre città siciliane, ma è innegabile che i disagi ci siano stati, eccome, l’estate scorsa. Beffa ancor più surreale se si pensa che lo stesso giorno, il 5 settembre, l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del distretto Sicilia concludeva la riunione «confermando lo stato di severità idrica alto per tutto il distretto Sicilia». Messina inclusa, naturalmente.
È tutta una questione di numeri ed è sui numeri che si gioca una partita che è diventata, evidentemente, politica. Il che rende ancor più insopportabile la vicenda agli occhi di quella parte di città che continua a vivere disagi. Secondo Comune e Amam, in media quest’estate in città sono arrivati 300 litri al secondo in meno rispetto agli anni passati: 1.013 liti al secondo contro la media di 1.308 del 2023. Considerato che la metà si perde per strada (elemento che, invece, la Regione ha del tutto ignorato), si tratta comunque di 150 litri al secondo in meno “al rubinetto” che, fatti alcuni rapidi calcoli in base al consumo medio per cittadino, si traducono in quasi 14 mila abitanti senza acqua h24 (dato che raddoppierebbe se si considerasse una fornitura h12).
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