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Barcellona, i "veleni" nel giardino di casa Manca: assolto il nipote Ugo

«Per non aver commesso il fatto». Nulla sarebbe emerso da immagini, tracciamenti e intercettazioni. I legali scrivono: «L’esito giudiziario ristabilisce l’onore e il decoro»

Il presidente del Tribunale, Giovanni De Marco, in funzione di giudice delle indagini preliminari, al termine del processo con il rito abbreviato scelto dall’imputato, ha assolto dal reato di “atti persecutori”, il dottor Ugo Manca, tecnico di radiologia dell’Asp di Messina.

L’assoluzione è stata decisa con la formula più ampia, «per non aver commesso il fatto». Secondo l’originaria ipotesi di accusa, che al vaglio del giudice dell'udienza preliminare non ha trovato riscontri, l’imputato Ugo Manca, avrebbe commesso atti persecutori nei confronti dei coniugi Gino e Angela Manca, suoi zii e vicini di casa, nonché genitori di Attilio Manca, l’urologo trovato morto il 12 febbraio del 2004 nella sua abitazione di Viterbo.

Le indagini preliminari per atti persecutori nei confronti del nipote, coordinate dal sostituto procuratore Carlo Bray, si erano concluse nell’aprile scorso. Nel dettaglio – secondo quanto era stato ipotizzato dal magistrato inquirente – l'indagato «avrebbe sversato in numerose occasioni (nei mesi di maggio e agosto del 2022, nonché in aprile, maggio, giugno, luglio e agosto del 2023) sostanze nocive nel giardino di pertinenza dell’abitazione dei suoi zii Angela Gentile e Gioacchino Manca, provocando in loro difficoltà respiratorie e il perimento delle piante». Gli episodi avrebbero ingenerato in loro un fondato timore per la propria incolumità, tanto che i coniugi, sono stati costretti ad modifiche le proprie abitudini di vita, a tenere chiuse porte e finestre di casa anche d’estate, a non uscire in giardino. Ed infine ad abbandonare la propria abitazione.

Tutto questo sarebbe accaduto, secondo l’ipotesi della Procura, fin dal maggio del 2022. Il marito di Angela Gentile, Gino Manca, è poi morto nell’agosto del 2023. La professoressa Angela Manca, nel processo che ha affrontato da sola, si è costituita parte civile con l'avvocato Fabio Repici. E con lo stesso difensore avevano sempre denunciato che: «Qualcuno avvelenava il loro giardino rendendo anche l’aria irrespirabile. Qualcuno che gettava acido di notte, e appena si svegliavano vedevano appassire le foglie ormai bianchicce, e intorno l’aria diventa irrespirabile».
Adesso l'unico sospettato, il nipote Ugo Manca, è stato invece assolto in quanto sul suo conto non sono emersi elementi sufficienti a sostenere le accuse mosse nei suoi confronti.
I difensori di Ugo Manca, gli avvocati Franco Bertolone e Tino Celi, entrambi del Foro di Barcellona, i quali hanno sempre creduto nell’innocenza del loro assistito, in una dichiarazione congiunta inviata alla Gazzetta del Sud al termine del processo con il quale il dottor Ugo Manca, hanno così affermato: «La assoluzione con la formula più ampia del dottor Ugo Manca è la dimostrazione, non solo della estraneità ai fatti che gli erano stati contestati ma, anche e soprattutto, la prova che la giustizia può anche trionfare contro le malevoli e caparbie insinuazioni ordite a più riprese a suo danno». E i due legali concludono: «L’esito giudiziario ristabilisce l’onore e il decoro del dottor Ugo Manca più volte compromesso dalla veicolazione affrettata, imprudente e superficiale dei mezzi di comunicazione».

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