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Messina, il maxi traffico di droga a Giostra: Ferro e Bonanno confermano le accuse

I due collaboratori di giustizia hanno ripercorso le dinamiche dei traffici di droga e dello spaccio di marijuana, cocaina, hashish e skunk

Due lunghe deposizioni in aula, iniziate in tarda mattinata. Per confermare praticamente in toto quanto avevano già raccontato nei verbali riempiti di nomi, date e luoghi, nei mesi scorsi.
È stato il giorno dei collaboratori di giustizia Tommaso Ferro e Giovanni Bonanno al processo Market Place per i riti ordinari, ovvero il maxi traffico di droga a Giostra scoperto da un’indagine della Squadra mobile.
Davanti al collegio penale presieduto dalla giudice Monica Marino, i due hanno ripercorso con le domande del sostituto della Dda Francesco Massara tutte le vicende sul traffico di droga e su alcuni ferimenti avvenuti in città. I nuovi verbali depositati nei mesi scorsi dal pm Massara, che si riferiscono a dichiarazioni rilasciate anche di recente, sono di Gianfranco Bonanno, uno dei fratelli Bonanno, poi di Tommaso Ferro, e infine di Giovanni Bonanno. E forniscono molti altri particolari su come praticamente in tutta la città c’era una frenetica attività di spaccio.
Proprio di Gianfranco Bonanno è stata la prima rivelazione fatta ai magistrati della Dda e agli investigatori: «Sono in possesso di più registrazioni che provano che mia mamma ha detto il falso in udienza in ordine alla circostanza che mio fratello Antonio mi ha mandato la somma di 2.000 euro per sistemare una casa, di cui non sono a conoscenza. In realtà mio fratello Antonio mi ha mandato i soldi affinché io ritrattassi ciò che avevo dichiarato in precedenza nei suoi confronti».
Tommaso Ferro ci ha detto invece che «Bonanno Antonio, quando gestiva il bar sul viale Giostra, mi disse che si riforniva di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana da fornitori calabresi; infatti io un giorno avevo un appuntamento con lui e mi disse di passare in un secondo momento in quanto stava aspettando l’arrivo dei fornitori».
Ieri Ferro ha detto tra l’altro in aula che era stabilmente inserito nel clan di S. Lucia sopra Contesse, capeggiato dal fratellastro Rosario Messina.
Giovanni Bonanno nei verbali ha rivelato che l’ex giocatrice di basket Debora Mandini «... è molto amica di Cuscinà Francesco, che conosce dagli anni 90, quando ella stava con Galletta Nicola... che io sappia non assume droga ma la smercia... come ho già raccontato la Mandini fece arrivare cocaina a Messina diversi anni fa. Di recente mi chiese di chiedere ai calabresi se avevano fumo del tipo super polline perché aveva un amico che riusciva a smerciare trenta quaranta chili al mese di questo tipo di droga». Ancora Giovanni Bonanno, mentre guardava foto segnaletiche: «... è il macellaio... che mi disse che acquistava la cocaina da Lo Turco, con il quale mi raccontò che facevano dei droga party. Me lo disse quando fu arrestato e detenuto a Gazzi... so che era benestante e mi aveva raccontato di avere una macelleria.

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