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Policlinico di Messina, il Pronto soccorso al rush finale. Santonocito: «Cantiere chiuso il 31 ottobre»

L’intervista con il dg del “G. Martino” sui lavori al padiglione E, iniziati nell’ormai lontano dicembre del 2020

Siamo nuovamente andati a vedere a che punto è il cantiere del pronto soccorso generale del Policlinico, al padiglione E, insieme al direttore generale del “G. Martino”, Giorgio Santonocito. Un cantiere, ricordiamolo, lo abbiamo scritto più volte, aperto nel dicembre del 2020. Stavolta sembra essere realtà la chiusura-lavori entro il 31 di ottobre.
Dott. Santonocito, è una data “reale” o no?
«Sì, i lavori in cantiere si completeranno entro il 31 ottobre, ovviamente in modo molto ma molto faticoso, perché come le ho già detto tempo fa sul piano amministrativo mancavano molte cose, in particolare tutte le autorizzazioni, che oggi ci sono, tutte: Genio civile, Vigili del fuoco, Asp, Comune e quant’altro. Adesso c’è tutto, i lavori stanno andando avanti, il 31 ottobre, al netto di imprevisti finiamo i lavori. Insomma il quadro è abbastanza tranquillizzante, il pronto soccorso è finito da un punto di vista estetico, veramente. Praticamente gli operai completeranno l’interno entro il 30 settembre, sarà quindi finito e rimarranno da completare per il 31 ottobre le due piattaforme di accesso. Per quella a sinistra stanno facendo anche le prove degli impianti con un generatore elettrico».
È poi che succede?
«Poi c’è il tema dei collaudi. Abbiamo esitato qualche giorno fa una delibera per fare un collaudo in itinere. Ho chiamato i tecnici e ho chiesto, come prevede la normativa, di trasformare il collaudo anziché di opere finite in collaudo in itinere. Quindi ci siamo già riuniti nelle settimane e nei giorni scorsi, e i tecnici hanno già iniziato le operazioni. Speriamo così di riuscire a concludere entro la prima quindicina di novembre, in modo da consegnare effettivamente alla città il pronto soccorso aperto. Quindi nelle migliori delle previsioni entro il mese di novembre potremmo di fatto aprire. Ovviamente le operazioni di collaudo sono delicate e soprattutto è una commissione esterna, quindi con grande rispetto dobbiamo lasciare svolgere tutte le loro attività, però il fatto che abbiano già iniziato è un grande passo in avanti. Tenga conto che i Sal sono 11 gli attuali, e il 12° sarà lo stato finale, quello che non conosciamo, ma gli 11 Sal sono quelli che si stanno già analizzando».
Sono stati tutti pagati i primi 11 Sal?
«Sì, la ditta è perfettamente in linea, è già stato fatto il collaudo statico, quindi il primo collaudo già c’è ed è stato depositato lunedì scorso, quindi è ufficiale. Il collaudo tecnico-amministrativo, quello di cui parliamo, con la delibera di qualche giorno fa, è diventato un collaudo in itinere, quindi come le stavo dicendo dovrebbero chiudere in tempi molto rapidi, perché sennò c’è il rischio che per il collaudo si perdano anche 6 mesi di tempo».
Quindi in teoria, male che vada, il nuovo pronto soccorso generale del Policlinico dovrebbe essere un “regalo di Natale” per la città?
«Io sono assolutamente certo di sì, però speriamo che nulla succeda per contraddire questa sua previsione e aprire prima. Noi stiamo andando in cantiere ogni giorno, io e l’ingegnere Franco Trifirò, praticamente ogni giorno stiamo letteralmente “spingendo” questa pratica quasi con le mani. E ovviamente quando tutto sarà pronto trasferiremo il pronto soccorso dal padiglione C, trasferiremo la Medicina d’urgenza che starà sopra al pronto soccorso, nella struttura già realizzata».
Visto che siamo qui, nel suo ufficio, parliamo anche della vicenda dei medici EP, a che punto siamo?
«Noi stiamo applicando pedissequamente la legge Laccoto. È una legge della Repubblica Italiana, della Regione Siciliana e va applicata come ogni legge, quella che prevede una prova idoneativa sui qualificati di EP. Sono medici che lavorano presso il Policlinico, a suo tempo furono assunti dall’Università di Messina per lavorare al Policlinico, sono pagati dal Policlinico, sono nella dotazione organica del Policlinico ed è ovviamente strano, non so usare un altro termine, un altro aggettivo, che non siano effettivamente anche nella funzione giuridica. Questa legge ha lo scopo di sanare questa anomalia. Noi abbiamo fatto il bando, sta uscendo sulla “Guri”, loro presenteranno la nuova domanda e faremo questa prova idoneativa, e vedremo come va. Spero che tutti i soggetti EP che sono in questa situazione trovino l’equilibrio in questa formulazione. Ovviamente è una legge della Regione e noi la applichiamo tal quale. Io non ho fatto nel bando nessuna modifica».
Riprendendo le fila dell’intervista precedente le volevo chiedere qualcosa sulle liste di attesa: com’è finita, com’è andata, è soddisfatto, ci sono dei vuoti?
«Sono moderatamente soddisfatto, stiamo recuperando, siamo a metà dell’opera, c’è ancora un pezzo da recuperare, stiamo richiamando tutti quelli del 2024 e del 2025. L’operazione l’abbiamo promessa e l’abbiamo giurata in Regione col sangue, perché la Regione ci sta chiedendo fortemente questo. Diciamo che siamo a metà dell’opera, così come con la parte chirurgica, siamo a metà dell’opera. Anche sotto il profilo dei volumi, scusi se trasferisco il discorso in termini economici, ma sono un economista, avevamo giurato su 12 milioni in più di volume, ad oggi siamo a 6 milioni in più rispetto all’anno precedente, c’è da recuperare gli altri 6 milioni».
Può spiegare?
«Rispetto al fatturato e quindi alla valorizzazione dei volumi, i volumi sono parte chirurgica e parte ambulatoriale, parliamo di tutto, dei volumi dell’azienda, stiamo recuperando rispetto all’anno precedente, ad oggi siamo a 6 milioni in più tra parte chirurgica e parte ambulatoriale e una quota di queste sono le liste d’attesa ovviamente, e sono in concreto i fondi che noi ricaviamo dalla Regione per prestazione, per tutto quello che facciamo. Una quota la facciamo con le prestazioni aggiuntive, una quota minimale. Le prestazioni aggiuntive impattano per poco meno di un milione. Abbiamo davanti 4 mesi importanti, settembre di cui siamo già a metà, ottobre, novembre e almeno tre quarti di dicembre perché poi c’è il Natale. Siamo fiduciosi di farcela, stiamo aprendo pezzi, oggi abbiamo dato le disposizioni per aprire alcuni posti letto in reparti che ce l’hanno, sei posti letto di chirurgia vascolare, quattro posti letto di pneumologia e altri posti letto sparpagliati che si apriranno, e tutto questo contribuisce ad aumentare i volumi e quindi ad aumentare le prestazioni che riusciamo a dare. E la settimana prossima metteremo in funzione altre tecnologie, la gamma camera, le angiografie e la Tac».
Ci sono stati dei casi critici per quanto riguarda le liste d’attesa?
«Sicuramente sì perché ci sono discipline, fra cui per esempio quella della diabetologia in cui eravamo veramente molto indietro, ci sono prestazioni che si presentano come critiche. Bisogna tenere conto che noi siamo, scusi la volgarità del termine, non è per scudarsi dietro a qualcos’altro, ma noi siamo terminali del sistema Asp, qui in Sicilia, cioè è l’Asp che regola la lista di attesa. Noi offriamo un servizio, meglio l’offriamo più lunga è la nostra lista d’attesa. Quindi misurarci con le liste d’attesa è per carità corretto e lo facciamo, è ovvio che però il fenomeno delle lista d’attesa non dipende del tutto da noi. Cioè appena avremo terminato la lista d’attesa del 2023-2024 avremo quella del 2025 che sarà tanto più ampia quanto meno dovessero lavorare i colleghi dell’Asp, tanto più ridotta quanto meglio lavoreranno loro».

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