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Messina: un'oasi di sicurezza in Italia e in Sicilia? L'analisi dei dati secondo il rapporto Criminalità 2024 del Sole 24 Ore

Nell'Indice di Criminalità 2024 pubblicato dal Sole 24 Ore, Messina si distingue come una delle realtà urbane più sicure sia in Sicilia che in Italia. Classificata all'81esimo posto tra le 106 province italiane, la città peloritana emerge, secondo i dati, per la bassa incidenza di crimini rilevanti.

Confrontando Messina con aree dell'isola più turbolente come Palermo, al 21esimo posto, Catania al 24esimo, e Siracusa al 25esimo, si nota come Messina goda di una tranquillità relativamente maggiore. In particolare, Palermo ha registrato 4.010 denunce per 100.000 abitanti nel 2023, con un totale di 48.065 denunce. Questi numeri sottolineano una concentrazione di reati più alta rispetto a Messina, dove sono state registrate 2.779,2 denunce ogni 100.000 abitanti e un totale di 16.624 denunce.

Nella classifica, immediatamente dopo Palermo, Catania e Siracusa, si collocano Trapani al 46esimo posto, seguita da Ragusa al 55esimo e Caltanissetta al 57esimo. Messina si trova all’81esimo posto, precedendo Agrigento al 93esimo ed Enna, che chiude al centesimo posto.

Analizzando le statistiche in dettaglio:

  • Omicidi volontari: Messina registra soltanto 3 casi, collocandosi al 54° posto con uno dei tassi più bassi a livello nazionale, ossia 0,5 omicidi per 100.000 abitanti.
  • Tentati omicidi: La città conta 15 casi, con un tasso di 2,5 per 100.000 abitanti, posizionandosi al 18° posto. Questo indica che, pur non essendo tra i più alti, vi è margine per ridurre ulteriormente la violenza estrema.
  • Violenze sessuali: Con 49 casi e un tasso di 8,2 per 100.000 abitanti, Messina occupa il 70° posto, riflettendo un ambiente relativamente sicuro, ma con spazio per migliorare la prevenzione.
  • Minacce e percosse: La città conta 801 casi di minacce e 141 di percosse, con un'incidenza di 133,9 e 23,6 per 100.000 abitanti rispettivamente, situandosi a un livello medio rispetto ad altre città.
  • Furti e rapine: Registra 3.875 furti e 87 rapine, con tassi di 647,8 e 14,5 per 100.000 abitanti. Questi numeri mostrano un livello moderato di reati contro la proprietà nella provincia peloritana.
  • Stupefacenti: Con 315 casi e un tasso di 52,7 per 100.000 abitanti, la città si classifica al 37° posto, segnalando una problematica significativa, ma gestibile.

Milano, Roma e Firenze "meno sicure", aumentate le denunce

Milano, Roma e Firenze: le città meno sicure in un Paese che per la prima volta dal 2013 vede un aumento delle denunce oltre i livelli del 2019, prima cioè della pandemia. Le tre grandi città turistiche si confermano anche quest’anno le peggiori nell’Indice della Criminalità 2024 del Sole 24 Ore. Ma sono in buona compagnia: la top 10 è popolata da grandi città, come Torino e Bologna, e da mete turistiche, come Venezia e Rimini. A livello nazionale - secondo le statistiche della banca dati interforze del dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno - le denunce crescono del 3,8% rispetto al 2022. E ad aumentare sono in particolare i reati violenti: omicidi, percosse, lesioni e rapine.

La maglia nera va a Milano, che si conferma la città con il maggior numero di reati denunciati nel 2023, con oltre 7mila segnalazioni ogni 100mila abitanti nel 2023. Nel capoluogo lombardo, da anni in cima a questa classifica, le denunce sono in crescita del 4,9% rispetto al periodo pre-pandemia, con record negativi nei furti e nelle rapine. È terza per violenze sessuali e quinta per reati connessi agli stupefacenti. Nel complesso, i reati denunciati nell’area metropolitana sono in lieve aumento: +4,9% rispetto al pre Covid.

In salita Roma con un incremento delle denunce del 16,7% rispetto al 2019 e del +11% rispetto al 2022, con furti e reati predatori a fare da traino (+ 17% i furti e +24% le rapine in pubblica via), ma anche reati connessi agli stupefacenti. Firenze torna sul podio della criminalità, trainata da un aumento delle rapine in strada, cresciute del 56% rispetto al 2022. Il fenomeno sembra legato anche al flusso turistico: le grandi città, meta di milioni di visitatori ogni anno, vedono crescere i reati predatori e violenti.

Il 30% dei reati in Italia nel 2023 è stato segnalato nei 14 capoluoghi principali, con Milano e Roma che da sole rappresentano il 15% del totale. La top 10 della classifica è popolata da grandi città e mete turistiche: Firenze (3ª), Rimini (4ª), Torino (5ª), Bologna (6ª), Prato (7ª), Imperia (8ª)e Livorno (10ª). Napoli (12ª), invece, cede il posto a Venezia (9ª) tra le prime dieci province per numero di reati registrati nel 2023.

In controtendenza rispetto ai grandi centri urbani, le province di Oristano, Potenza e Treviso risultano essere le più sicure d’Italia, posizionandosi in fondo alla classifica. Qui le denunce sono decisamente inferiori. Un dato interpretato come segno di un maggiore controllo del territorio o di una possibile omertà per l’assenza di un’efficace azione dello Stato.

Tirati in ballo dalla classifica i sindaci o comunque gli amministratori. Con la giunta Sala la città «sta battendo tutti i record negativi», attaccano per FI Gianluca Comazzi, assessore alla Regione Lombardia e il capogruppo del partito al Comune, Luca Bernardo.

Per la sindaca di Firenze Sara Funaro «bisogna dare risposte concrete e puntuali su quelle che sono le urgenze a partire dall’implementazione delle forze dell’ordine sul territorio». Il sindaco di Bologna Matteo Lepore punta il dito sulla complessità delle realtà sociali: «sono molte di più le truffe, sono aumentati i reati informatici, ci sono molti più furti che rapine, abbiamo visto un calo complessivo dello spaccio nei dati, anche se è in aumento in alcuni territori», spiega. Poi naturalmente c'è Roma: «dalle statistiche - rileva Francesco Greco, da maggio delegato del sindaco Roberto Gualtieri alla Sicurezza - non emerge una vera emergenza sul territorio». E il prefetto Giannini assicura: «Stiamo lavorando e facendo del nostro meglio».

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