Una convivenza fatta di minacce e continue richieste di denaro, che hanno impaurito l’uomo fin quando ha deciso di rivolgersi ai carabinieri. Una vicenda andata avanti dal 2015 al 2020 a Mongiuffi Melia (Messina), per la quale adesso sono arrivate due condanne e un’assoluzione.
La giudice Monica Marino, del Tribunale di Messina, ha infatti inflitto 5 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno a Giuseppina Tindara Calì (53 anni) e Concetta Fazio (63 anni), entrambe di Aci Catena, condannate per estorsione ai danni di un cittadino di 59 anni del posto, oltre a 1.110 euro di multa, al pagamento delle spese processuali, all’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena e ail risarcimento del danno alla parte civile nella misura di 5.000 euro.
Assolto per non aver commesso il fatto, invece, dalla stessa accusa, un altro imputato, Salvatore Laudani, 62 anni, di Paternò, mentre tutti e tre sono stati assolti dall’accusa di furto aggravato dei documenti della vittima e Calì anche da quelle di rapina e indebito utilizzo di strumenti di pagamento, perché i fatti non sussistono.
Ad ottobre 2020 la vittima, allora cinquantacinquenne, denunciò lo smarrimento di carte di credito, patente, carte di identità e codice fiscale e raccontò ai carabinieri che dal 2015 intratteneva una relazione con Giuseppina Calì, con la quale aveva anche convissuto per otto mesi nel 2020, mantenendola perché aveva problemi economici e doveva restituire 2.000 euro a persone di Aci Catena, consegnandole continuamente denaro poiché la convivente gli faceva presente come qualora non avesse saldato il debito sarebbero venuti a bruciare la casa e la macchina all’uomo.
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