Tutti e dieci gli imputati rinviati a giudizio. Il processo si aprirà il 20 novembre. Decine le parti civili ammesse, i clienti truffati con i fondi del Superbonus del 110%, compresa l’Avvocatura dello Stato per l’Agenzia delle Entrate, alcuni privati sono stati invece esclusi per vizi di forma. Una perizia psichiatrica stabilirà le reali condizioni di salute della “mente” della truffa, il medico Antonino Barbera, attualmente agli arresti domiciliari. Ecco le decisioni della gup Arianna Raffa, che ieri tra la mattina e il pomeriggio, ha concluso tutto quasi intorno alle 18, ha celebrato l’udienza preliminare per l’indagine di Procura e Guardia di finanza sul giro impressionante di truffe sul Superbonus, che ha visto al centro il medico 72enne Antonino Barbera e parecchi dei suoi familiari più stretti, oltre ad alcune società create ad hoc per incassare i fondi. La gup Raffa ha quindi accolto integralmente la richiesta di rinvio a giudizio formulata in aula del sostituto procuratore della Dda Piero Vinci per i dieci indagati coinvolti, sei persone fisiche e quattro persone giuridiche. Per gli imputati, a vario titolo, la Procura ipotizza l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe per ottenere erogazioni pubbliche, una serie di accessi abusivi al sistema informatico, e poi indebite compensazioni di debiti fiscali, infine l’autoriciclaggio. E si tratta di un’inchiesta che ha tenuto al vaglio dei giudici del Riesame. I giudici rigettarono praticamente quasi tutti i ricorsi difensivi, fatta eccezione per il commercialista romano Roberto Pisa, considerato uomo di fiducia di Barbera, di cui è cugino. Per lui, accogliendo l’istanza del suo difensore, l’avvocato Nino Favazzo, sostituirono gli arresti domiciliari con la misura interdittiva della sospensione per 12 mesi dalla professione. Nell’ambito dell’inchiesta sono sei le misure restrittive, una in carcere e cinque agli arresti domiciliari, decise alla fine di marzo dalla gip Pastore. Con sequestri per 37 milioni di euro, la somma che la Procura ritiene il medico abbia incassato con le truffe. Il medico di base Barbera è considerato dagli inquirenti a capo di una vera e propria associazione a delinquere. Solo per lui è stato deciso il carcere, tutti gli altri si trovano agli arresti domiciliari (fatta eccezione per Pisa). Oltre al commercialista e il medico sono coinvolti la moglie di quest’ultimo, Felicia De Salvo, la sorella del medico Domenica Barbera, il figlio del medico Nicola Barbera, e infine la nuora del medico e moglie del figlio Silvia Lo Giudice. Sono assistiti dagli avvocati Carlo Merlo, Carlo Autru Ryolo, Paola Barbaro, Alessandro Billè, Filippo Di Blasi, Rosa Guglielmo, Francesco Sacchi, Angela Martelli, Donatella Mileti, Fabio Militello e Valerio Miserendino. Sono poi coinvolte quattro società create dal medico per gestire questa mole di denaro: la Barolbed srl e la Safinservice srl, di cui era amministratore unico Antonino Barbera; e poi la Panconsul srl e la Euconsul srl, di cui era amministratore unico la moglie del medico, Felicia De Salvo.