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Il pasticcio delle assunzioni al Comune di Messina: si accelera sul bilancio per sbloccare l'impasse

Il caso dei sei vincitori di concorso assunti quando era già scattato il divieto, come confermato da un parere della segretaria generale

Con oltre quattro mesi di ritardo sulla tabella di marcia – e un commissariamento nel mezzo –, la giunta Basile ha approvato il bilancio consuntivo 2023 e si appresta a chiedere un’accelerazione anche al consiglio comunale, proponendo la rinuncia al termine di venti giorni previsto dal regolamento per eventuali approfondimenti. L’amministrazione, infatti, ha fretta, perché solo il via libera definitivo al Consuntivo potrà sbloccare sia la surreale vicenda delle assunzioni “sub iudice”: sei vincitori di concorso che hanno sottoscritto i rispettivi contratti il 31 maggio, e cioè un mese dopo il 30 aprile, termine ultimo per l’approvazione del bilancio consuntivo, appunto, in assenza del quale quelle assunzioni non si sarebbero potute formalizzare. Al punto che altre due assunzioni, di altri due vincitori di concorso, non sono state portate a termine e i due dipendenti comunali “in pectore” sono in attesa che la loro situazione si sblocchi.
Questa vicenda ha creato non pochi sussulti nell’Amministrazione e anche i revisori dei conti, dopo gli affondi della politica e dei sindacati (a far emergere il caso è stata la Funzione pubblica della Cgil), hanno chiesto formalmente dei chiarimenti. Non è bastato il trasferimento, da un giorno all’altro, della responsabile dei procedimenti relativi ai concorsi. Il direttore generale, Salvo Puccio, ha anche richiesto un parere sulla legittimità delle assunzioni e la risposta data dalla segretaria generale, Rossana Carrubba, lascia poco spazio a dubbi: quelle assunzioni non si potevano fare.
Nel parere, trasmesso pochi giorni prima di Ferragosto con una nota riservata di cui abbiamo preso visione, la segretaria fa un excursus della vicenda, ricordando che le sei assunzioni sono avvenute per scorrimento di graduatoria e la firma del contratto è avvenuta, appunto, il 31 maggio. «Non può che concludersi – scrive Carrubba – che le assunzioni di che trattasi sono state effettuate in violazione del divieto» previsto dalla normativa, secondo cui, «in caso di mancato rispetto dei termini previsti per l’approvazione dei bilanci», i Comuni «non possono procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo». La mancata approvazione del bilancio consuntivo ha fatto scattare il divieto e, aggiunge la segretaria generale, «conseguentemente un nocumento erariale per l’amministrazione».

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