Acqua da due nuovi pozzi per servire le frazioni collinari di Barcellona che soffrono la sete.
Pozzi che per ricaduta, una volta colmate le vasche di accumulo, potrebbero avere effetti positivi anche per il resto delle aree cittadine che sono soggette a penuria di acqua a causa del calo naturale della portata delle sorgenti che alimentano i serbatoi dell’acquedotto. Quest’ultimo continua ad essere alimentato principalmente dalla sorgente di contrada Baeli, situata nell’alveo del torrente Patrì, nel territorio di Fondachelli Fantina.
Dalla prossima settimana saranno attivati due nuovi pozzi, già in funzione, per i quali si attendono i risultati finali delle analisi di laboratorio, al fine di sapere con certezza se l’acqua prelevata potrà essere immessa nella rete idrica comunale e soprattutto utilizzata per scopi alimentari. Il Comune, che da mesi lavora per migliorare l’approvvigionamento da nuove sorgenti, si appresta ad acquisire i due pozzi individuati al patrimonio comunale.
Infatti, sono già in corso interlocuzioni bonarie con i privati per evitare la requisizione dei pozzi. Il maggiore dei due è ubicato nella frazione di Cannistrà, e da esso è stato cronometrata una gittata di mille litri al minuto. Il pozzo attualmente è in uso al proprietario di un fondo con il quale il Comune ha da tempo intrapreso trattative per l’acquisizione al patrimonio comunale. Il secondo pozzo, alimentato da diverse sorgenti, riesce invece, allo stato, ad attingere dal sottosuolo una portata di acqua di 250 litri al minuto. Una quantità minore perché lo stesso pozzo ha subito danneggiamenti a causa di una frana. Tuttavia, la stessa portata di contrada Maloto, convogliando altre sorgenti della zona, potrebbe raggiungere, secondo le stime, tra i 400 ed i 450 litri al minuto.
L’apporto dei nuovi pozzi, che serviranno principalmente le frazioni collinari in sofferenza per la crisi idrica, consentirà anche a valle delle colline, alle porte della città, di alleggerire i prelievi attualmente effettuati dal pozzo a valle di contrada Due Mulini. Ovvero il pozzo che finora, tramite le pompe di sollevamento, ha fornito acqua alla frazione Gala, una delle più colpite dalla penuria d'acqua. Questa località potrà invece essere immessa esclusivamente nella rete idrica cittadina. Infatti, l’acqua che sarà fornita dal pozzo di contrada Maloto, soddisfatte le esigenze delle contrade circostanti, finirà a sua volta nelle vasche del troppo pieno e sarà quindi destinata alla popolazione e alle case della frazione Gala, che soffre una sete atavica.
A lavorare da mesi a questa soluzione, l'attuale vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Giuseppe Benvegna il quale, assieme ai tecnici del Comune, ha messo a punto una soluzione che porterà un significativo contributo per garantire una migliore distribuzione dell’acqua in città e nelle frazioni di Cannistrà, San Paolo, Maloto, Gala e anche a Sant’Anna, ai margini di Pozzo di Gotto. Benefici si avranno anche nel resto della città.
Il laboratorio comunale del Servizio idrico integrato del Comune, diretto dalla biologa Francesca Raimondo, e preposto al controllo della qualità delle acque, ha già analizzato un campione prelevato dal pozzo della frazione Cannistrà, stabilendo per il momento l’utilizzo per scopi diversi da quello alimentare, anche se l'acqua potrebbe essere immessa nella rete idrica per scopi sanitari.
Tuttavia il Comune effettuerà approfondimenti sulla qualità delle acque fornite dai due pozzi, ed ha già provveduto ad affidare nuovi campioni. Infatti con determina del rup, geometra Luciano Genovese e firmata dal dirigente ad interim Alessandro Sapienza, è stato incaricato il Laboratorio Analisi Genovese – Sezione alimenti e chimica, per lavori di prelievo e analisi acque nei due pozzi di contrada Cannistrà e contrada Maloto, per un importo di 1.532,08 euro, Iva inclusa, con un ribasso del 30% sui prezzi ordinari. Il vice sindaco Benvegna è certo che gli approfondimenti daranno, sulla campionatura dell’acqua erogata dai due pozzi, risultati tali da permettere già dalla prossima settimana l’immissione dell'acqua di Cannistrà e Maloto nelle rispettive condotte idriche. Si potrebbe così dare sollievo alle frazioni montane, ma anche alle altre zone della città per cui sono state necessarie le autocisterne.
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