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Messina, spaccio a Fondo Fucile, 9 condanne. I NOMI

La vicenda ha al centro una baracca che era destinata prevalentemente allo smercio nel rione: scoperte parecchie cessioni di sostanze stupefacenti

Undici condanne. Alcune molto pesanti. È questo l’esito dell’udienza preliminare per l’operazione antidroga “La Villetta” davanti alla gup Tiziana Leanza, che si è avuto nel primo pomeriggio di ieri. La vicenda ha al centro una baracca che era destinata prevalentemente allo spaccio nel rione di Fondo Fucile. Si tratta di un’indagine della Squadra mobile, coordinata dalla sostituta della Direzione distrettuale antimafia Antonella Fradà. E a giudicare dalle condanne decise l’inchiesta ha “tenuto” l’intero quadro accusatorio.
Le condanne: Placido “Dino” Arena, 20 anni; Valentina Fenghi, 9 anni e 8 mesi; Gianluca Fenghi, 11 anni; Fabio Fenghi, 16 anni e 6 mesi; Saverio Scudellà, 8 anni e 4 mesi; Antonia Fenghi, un anno e 6 mesi; Emanuela Giletto, un anno e 4 mesi; Domenico D’Amico, 2 anni e 4 mesi; Ester Caliri, un anno e 4 mesi.
Il 28 giugno scorso nel giorno dell’accusa la sostituta della Dda Fradà aveva formulato le richieste di pena, poi fino a luglio si erano registrate le arringhe difensive.

Ecco il dettaglio delle richieste formulate a suo tempo

Placido “Dino” Arena 18 anni di reclusione (assoluzione dal capo d’imputazione 2); la compagna Valentina Fenghi 9 anni e 8 mesi con esclusione del ruolo di “promotore”; Gianluca Fenghi 10 anni (assoluzione dai capi d’imputazione 19 e 61) ; Fabio Fenghi 12 anni, tenuto conto della recidiva che è contestata dall’accusa; Saverio Scudellà 8 anni e 8 mesi (assoluzione dal capo d’imputazione 2); Antonia Fenghi detta “Cristina”, applicazione del comma V per “lieve entità”, quindi 2 anni e 2.800 euro di multa (assoluzione dal capo d’imputazione 1 con la formula “per non avere commesso il fatto”); Esmeralda Giletto, applicazione del comma V per “lieve entità”, quindi un anno e 4 mesi più 2.000 euro di multa (assoluzione dai capi d’imputazione 1 e 8 con la formula “per non avere commesso il fatto”).
Gli imputati sono assistiti in questo procedimento dagli avvocati Salvatore Silvestro, Andrea Calderone, Domenico Andrè e Fabrizio Ferraro.
L’attività investigativa, che ha trovato la sua conclusione con un blitz nel dicembre 2023, trae origine da approfondimenti effettuati dalla Squadra mobile attraverso perquisizioni in alcuni locali e abitazioni dei rioni di Mangialupi, Villaggio Aldisio e Fondo Fucile. Gli agenti avevano portato alla luce e requisito droga, munizioni e un’arma. Al centro i componenti di un nucleo familiare, gli Arena-Fenghi, che avevano la disponibilità esclusiva dei luoghi in cui era nascosto il materiale sottoposto a sequestro.
Furono avviate indagini incentrate prevalentemente su servizi tecnici d’intercettazione e videosorveglianza sui componenti della famiglia. Sin da subito «le evidenze investigative hanno restituito chiari elementi circa l’esistenza di una compagine delinquenziale attiva nel traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, principalmente del tipo marijuana e cocaina nel rione di Fondo Fucile».
Il «capo promotore» Placido Arena, che nella gestione delle attività illecite si avvaleva della collaborazione della compagna Valentina Fenghi e di alcuni parenti. Il periodo preso in esame riguarda l’arco di tempo compreso tra il novembre 2019 e l’agosto 2020 (quindi in epoca Covid): furono riscontrate parecchie cessioni di sostanze stupefacenti, anche di rilevante quantità, e la gestione da parte del gruppo di una fittissima rete di spaccio al minuto.
Un esempio. Il 25 gennaio 2020, alle 19.25, Valentina Fenghi telefona al marito e gli chiede di portarle le scarpe: «Sei nel tuo mondo!... passa e prendimi le scarpe vaia, ciao!». Si tratta di «un riferimento chiaramente cifrato», tanto che Arena inizialmente non capisce: «Ma dove devo passare a prendere le scarpe?». Per gli investigatori, la droga «era terminata». Alle 19.46, Arena rincasa «con una busta di cellophane», senza alcun logo di un negozio di scarpe.

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