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La mafia dei pascoli tortoriciana e le truffe agricole all'UE: per il processo Nebrodi è il giorno della sentenza

Gli imputati in secondo grado sono complessivamente 95, di cui 9 in carcere (alcuni di loro sono al “41 bis”, saranno tutti collegati in videoconferenza) e 10 agli arresti domiciliari. Per il resto in 77 hanno seguito il maxi procedimento a piede libero

È il giorno della sentenza al maxi processo d’appello Nebrodi sulla mafia dei pascoli, ovvero i clan tortoriciani dei Batanesi e dei Bontempo Scavo, che per decenni hanno organizzato le truffe agricole all'Unione Europea e all'Agea drenando milioni di euro di fondi pubblici.

La sezione penale di secondo grado presieduta dal giudice Francesco Tripodi e composta anche dai colleghi Antonino Giacobello e Daria Orlando intorno alle 9.30 si è ritirata in camera di consiglio e in serata, all'aula bunker di Gazzi, è annunciata la sentenza.

Ad aprile, nel giorno finale dell'accusa, il sostituto procuratore generale Giuseppe Lombardo e, in applicazione, i sostituti della Distrettuale antimafia Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti, avevano concluso la loro requisitoria divisa in piu parti. E avevano sollecitato ai giudici d'appello una conferma sostanziale della sentenza di primo grado, con in più il riconoscimento dell'associazione mafiosa che riguarda il gruppo dei Faranda, ritenuto dalla Dda vicino ai Bontempo Scavo, gruppo che invece in primo grado è stato valutato come associazione a delinquere “semplice”. E poi avevano richiesto alcune assoluzioni. Tra luglio e agosto si sono poi registrate le arringhe dei quasi cento avvocati impegnati nella difesa.

Gli imputati in secondo grado sono complessivamente 95, di cui 9 in carcere (alcuni di loro sono al “41 bis”, saranno tutti collegati in videoconferenza) e 10 agli arresti domiciliari. Per il resto in 77 hanno seguito il maxi procedimento a piede libero.

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