C’è chi vorrebbe che Webuild, e il Consorzio incaricato di progettare e realizzare il Ponte sullo Stretto, facesse tutto quello che non è stato fatto per decenni e decenni in questa città. E c’è chi, invece, imputa al Ponte sullo Stretto, o meglio al suo “fantasma”, la colpa di tutto ciò che non va, dei disagi e delle varie emergenze. E se ne è avuta conferma ieri, durante la seduta della Commissione Ponte di Palazzo Zanca, presieduta dall’avv. Pippo Trischitta, nel corso di un dibattito che si è incentrato soprattutto sulla questione cantieri del Ponte-crisi idrica, presente il componente del Cda dell’Amam, Adriano Grassi. Come conciliare gli imponenti lavori previsti, per il collegamento stabile e per tutte le altre opere connesse, con l’attuale emergenza acqua, che rischia di aggravarsi nei prossimi anni, se il fenomeno della siccità dovesse diventare ancor più drammatico di quello che è oggi?
La “Stretto di Messina”, come più volte ha precisato l’amministratore delegato Pietro Ciucci, sull’argomento è stata chiara: «Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico i cantieri saranno del tutto autosufficienti, senza gravare in alcun modo sulle risorse a disposizione della cittadinanza. La “Stretto di Messina”, con il Contraente generale, ha studiato diversi sistemi di approvvigionamento: realizzazione di pozzi, dissalatori, riuso di acque industriali. La soluzione adottata sarà ovviamente concordata con le autorità e consentirà non solo di coprire efficacemente il fabbisogno dei cantieri, ma anche di garantire un surplus idrico a beneficio della collettività. Le opere realizzate, a fine lavori, saranno patrimonio del territorio». Dichiarazioni che troveranno riscontro nel progetto del “sistema Ponte”, una volta che supererà lo scoglio della Valutazione d’impatto ambientale e verrà esitato favorevolmente dal Cipess, il Comitato interministeriale che avrà l’ultima parola sulla grande infrastruttura voluta dal Governo.
Webuild, da parte sua, sta lavorando anche sul fronte occupazionale, al di là dell’iter relativo al ponte. In Calabria sono stati assunti 110 giovani che avevano partecipato al “Recruiting day”, le giornate del “reclutamento” svoltesi anche a Messina e nel resto della Sicilia. Il Gruppo di Pietro Salini ha programmato settimila assunzioni nei prossimi mesi, unità lavorative da distribuire nei cantieri dislocati su tutto il territorio dell’Isola, nell’ambito degli otto progetti infrastrutturali in corso, dei quali sette appaltati da Rfi, per il raddoppio ferroviario lungo la tratta Palermo-Messina-Catania. Sono già 1700 le persone impegnate attualmente nei cantieri, ma saranno oltre 5mila i posti di lavoro che saranno creati. Ricordiamo che Webuild è, al momento, impegnata in Sicilia con 7 progetti ferroviari per 200 chilometri di rete, 175 km di gallerie, e 19 “Tbm”, le talpe meccaniche programmate per operare nei cantieri siciliani, per un investimento di oltre 400 milioni di euro. Per reclutare le risorse umane da assumere, la società si è avvalsa della collaborazione delle Università, organizzando appunto i “Recruitment days” a Messina e Catania.
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