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I numeri della crisi idrica, a Messina arrivano mille litri di acqua al secondo: la metà si “perde”

Per il 70% rimane il Fiumefreddo la principale fonte di approvvigionamento

acquedotto

Quanta acqua arriva, oggi, a Messina? E quanta, effettivamente, finisce nelle case dei messinesi? Domande che hanno un’importanza basilare, se all’origine di tutto c’è, comunque, una carenza idrica importante. Ad oggi l’acqua che arriva a Messina, dalle varie fonti di approvvigionamento (il Fiumefreddo per il 70%, la Santissima, i pozzi e le sorgenti cittadine per la restante parte), è di mille litri al secondo in media, qualche giorno si va oltre, qualche giorno si va sotto. Già così, rispetto a giugno 2023, il calo è di circa il 25%.

Il problema – quello storico di una rete idrica che, a Messina, è il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti – è che di questi mille litri, il 53%, in media, si perde lungo il percorso, riducendo così la fornitura cittadina a poco più di 500 litri al secondo. Non sono, peraltro, tutte perdite “reali”: se molta di quest’acqua, infatti, finisce per strada, nel sottosuolo, chissà dove per piccoli o grandi guasti, non sono pochi, ancora oggi, i prelievi abusivi e le utenze che a vario titolo non sono conturate (edifici pubblici, usi civici, ecc.). Utenze fantasma, che prelevano l’acqua in modo non dichiarato.
Su questi due fronti si concentrano alcuni degli interventi più importanti programmati da Amam: l’efficientamento della rete per la riduzione delle perdite, appunto («ad oggi abbiamo sostituito 6 km di condotta su un totale di circa 150», ha spiegato ieri Loredana Bonasera) e il completamento della distrettualizzazione reti e dello smart metering (e qui gli interventi sono ad uno stato più avanzato, con una copertura di 60 km). Certo, se poi dalla Santissima, rispetto ad un picco di 240 litri al secondo, a causa della siccità di litri ne arrivano 90, le cose si complicano ulteriormente.
E a proposito di numeri, un altro dato inedito ieri è stato fornito dal sindaco Basile: la media giornaliera di cittadini che hanno richiesto risorse idriche al Coc, con autobotti, in queste settimane. Un dato ricavato dal Comune rapportando il numero di componenti dei nuclei familiari corrispondenti alle singole chiamate, per capire quanto è grande la porzione di popolazione interessata dalla crisi – sempre considerando come valore di riferimento le richieste al Coc –: nelle prime tre settimane dell’analisi, dal 29 luglio al 18 agosto, il range è stato 2.257-3.563 cittadini, cioè tra l’1,02% e l’1,60% della popolazione. Nella settimana 19-25 agosto si è scesi a 1.261 cittadini, pari allo 0,57%. «Per noi anche un solo cittadino con disagi è un problema da risolvere con urgenza – ha voluto precisare Basile –, ma è evidente come la situazione sia meno drammatica rispetto ad altre zone della Sicilia».
seb.casp.

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