Il “triangolo” Amam-Taormina-Siciliacque continua a tenere banco nei dibattiti sotto l’ombrellone, sui social e tra avversari politici e, probabilmente, finché non sarà la stessa Siciliacque a fornire una voce “terza” sulla questione, difficilmente si arriverà a un punto. In quest’estate di rubinetti a secco e scontri a distanza, però, c’è un altro caso che, seppur distante dai riflettori, per certi versi è ancor più ricco di paradossi ed è quello che riguarda i rapporti tra Amam e un altro comune jonico, confinante proprio con Taormina: Giardini Naxos.
Piccolo passo indietro. Prima della convenzione con Siciliacque, Amam e Comune di Taormina avevano già un rapporto diretto (fin dal 2012), per il quale Amam forniva 5 litri d’acqua al secondo a Taormina, in nome di una sorta di “soccorso idrico”. Cinque litri che, va precisato, non rientravano in alcun modo poi a Messina, come avviene, invece, oggi con i famosi 12 litri al secondo che Taormina “preleva” dalla condotta del Fiumefreddo e che poi Messina recupera, al serbatoio Gescal, dalla condotta dell’Alcancara gestita, appunto, da Siciliacque. Erano 5 litri che venivano ceduti in cambio non di altra acqua, ma di denaro (anche se, nel tempo, era stato accumulato un debito di circa 100 mila euro).
Lo stesso rapporto lega l’Amam al Comune di Giardini Naxos dal 1999 ed è ancora in vigore. Ancora oggi, cioè, Amam cede 5 litri al secondo a Giardini Naxos, senza che poi quell’acqua venga in alcun modo restituita. Ma l’aspetto più grave è che in cambio, da anni, da Giardini non arriva nemmeno un euro. E quando ad aprile scorso Amam ha presentato il conto, il Comune di Giardini (che è in piena procedura di riequilibrio finanziario) si è ritrovato con un debito, al 12 aprile scorso, di 480 mila 233 euro, totale di tutte le fatture pregresse non pagate. Debito che, chiaramente, nel frattempo è aumentato, perché nulla è cambiato.
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