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Crisi idrica a Messina, l’acqua e gli aiuti... a metà. Solo il 50% delle richieste di autobotti viene esaudito

Il sindaco Basile prova a dare fiducia: «Entro 10 giorni potremo arrivare al 90%»

Saltellando fra A e B nello scacchiere del razionamento dell’acqua, siamo arrivati al nono giorno. Una decisione, quella dell’amministrazione di garantire l’erogazione a giorni alterni a due grosse porzioni della città, che è stata presa non certo a cuor leggero ma che, finora, non ha portato ad eliminare i disagi, ma solo ad attutirli. È il migliore piano del mondo per aiutare i messinesi? «È l’unico possibile” risponde il sindaco Basile diventato front mandella gestione dell’emergenza idrica cittadina.

I numeri per certi versi sottolineano gli effetti positivi della politica dell’erogazione a giorni alterni, per altri versi mettono in evidenza come l’obiettivo di aiutare tutti i messinesi a secco non vicinissimo. La scelta del cambio di rotta è stato maturato a cavallo fra luglio e agosto dopo l’impennata delle richieste di intervento delle autobotti per rifornire i serbatoi di case e condomini. Prima del 5 agosto, quando il “piano A e B” è stato avviato, nelle due aree più in difficoltà l’acqua veniva erogata per pochissime ore (anche meno di tre) ogni giorno. Visto il gran numero di richieste di aiuto, l’Amam è passata alla erogazione per sei ore a giorni alterni, ma solo in una delle due zone per volta. Ed ecco (finalmente) i numeri che hanno portato a questo metodo. Nella settimana fra il 29 luglio e il 3 agosto, la media giornaliera di richieste di autobotti è stata di 260. Ma lo staff di Protezione civile e quello di Amam (a cui si è aggiunto più recentemente quello della Messina Social City per il centralino e gli autisti) che lavora al centro operativo comunale, riusciva a dare una scorta di acqua solo a un terzo di quelle abitazioni, condomini o strutture che avevano bisogno di acqua. Di media, dice il sindaco, potevamo far fronte a un’ottantina di richieste. Ne restavano fuori almeno 180. Nella settimana immediatamente precedente, per la cronaca, i dati forniti dal Coc erano di circa 80 richieste di cui una sessantina esitate.

A questo punto può essere fatto il raffronto con la prima settimana del piano a distribuzione alternata. Sempre secondo i dati forniti dal Comune, le richieste di intervento per avere il supporto delle autobotti, è scesa, sempre in media giornaliera, da 260 a 210. Mentre i viaggi dei mezzi andati a buon fine sono saliti a circa 110.
«In termini concreti – analizza Federico Basile – le richieste di aiuto, con il nuovo metodo di erogazione, sono scese del 19%, e siamo riusciti a garantire interventi al 50% della popolazione a fronte del 30% precedente. Questo ci fa dire che questa soluzione sta funzionando: interventi ridotti e più puntuali». A sostenere il quadro generale c’è stato l’arrivo di qualche nuovo mezzo per rendere più capillare gli interventi. «Oggi saremo a pieno regime con l’arrivo di due nuove autobotti – prosegue il sindaco –. I mezzi saliranno a quota 14. In più, con questo metodo, gli spostamenti in città sono molto più brevi e concentrati. Il 90% delle chiamate arriva dalle zone A o B, specie, nel giorno in cui non c’è erogazione. Così abbiamo abbattuto i tempi morti degli spostamenti da una parte all’altra della città».
Difficile da spiegare che le cose vadano meglio a chi, prima del 5 agosto aveva l’acqua tutti i giorni, e dopo la creazione dei due “ghetti idrici”, ogni due giorni a metà pomeriggio resta a secco. E poi ci sono ancora, in media, quelle 100 richiesta di aiuto che ogni giorno non possono essere esaudite. Lo saranno tutte un giorno? «Stiamo lavorando – conclude Basile – per arrivare ad uno standard del 90%. E questo, grazie all’aumento delle autobotti e dell’acqua a disposizione, potrebbe avvenire, diciamo, fra una decina di giorni».

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