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Messina, paga l'Imu per un immobile non suo: la storia di Salvatore Biondo costretto a scontrarsi con il muro di gomma della PA

Una storia che ha dell'incredibile quella di Salvatore Biondo, messinese trasferito a Roma dal 2015. Il 25 giugno scorso riceve dall'Agenzia delle Entrate - Riscossione una cartella esattoriale di 92,88 euro relativa al mancato pagamento dell'Imu per il 2015. Pensando si trattasse di un errore, invia una Pec al Servizio Tributi del Comune nella quale spiega che proprio da quell'anno non era più residente a Messina e che comunque il soggetto passivo della tassa era unicamente la mamma defunta, che dalla morte del marito nel 1998, aveva esercitato il proprio diritto a risiedere nell’abitazione familiare in qualità di coniuge. "Un dato - afferma lo stesso Biondo - che il Comune avrebbe potuto verificare attraverso l'anagrafe (bastava vedere gli storici di residenza di mia madre e stato famiglia al 2015 o chiedere attraverso i canali prioritari riservati alle PP.AA il mio certificato storico di residenza al Comune di Roma)". Prova a chiedere l'annullamento del pagamento (cercando di contattare via pec e telefonicamente il responsabile del Servizio Tributi Emiliano Conforto) ma i tentativi non vanno a buon fine; il 3 luglio inoltra la richiesta di discarico della cartella alla piattaforma online dello Sportello Telematico Unificato ("tanto decantato al suo debutto, quale nuovo strumento di digitalizzazione che avvicina il Comune ai cittadini"); i tempi previsti per la conclusione del procedimento amministrativo sono stabiliti in 30 giorni e, sempre per eccesso di zelo, invia una nuova Pec.
"Di tanto in tanto, racconta, continuavo a tentare di contattare qualcuno telefonicamente. Ma nulla cambiava, nel senso che con estrema coerenza nessuno di quell’Ufficio ha mai risposto".
Il 2 agosto, trascorsi i previsti 30 giorni dall’istanza telematica, non ricevendo alcuna notizia sull’esito della conclusione del procedimento (che ritiene non sia mai stato avviato poiché nella sezione “stato avanzamento pratiche” non vi era alcuna notifica), invia una nuova Pec senza ricevere, ad oggi, alcuna risposta.
Sono trascorsi più di 40 giorni da quel "maledetto 26 giugno" e la data di scadenza per il pagamento "dell’ingiusta cartella esattoriale" è vicina: "Ancora oggi, conclude Salvatore Biondo, a fronte di un errore del Comune di Messina facilmente risolvibile in autotutela, la mia odissea continua e sono costretto a scontrarmi contro il muro di gomma di un Servizio Tributi refrattario a qualsiasi forma di interlocuzione col cittadino e addirittura inadempiente nei confronti di regole che l’amministrazione stessa si è data (i 30 gg per la conclusione del procedimento)!"

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