Qualche pescatore forse... “distratto” dimentica che a Capo Milazzo c’è uno specchio di mare sottoposto alle regole di una riserva marina e così capita che finisca nel mirino dei volontari dell’Amp che, grazie alle telecamere di videosorveglianza controllano le varie zone rientranti nella perimetrazione, sia della Capitaneria di porto.
E così, dopo il ritrovamento di alcuni attrezzi illegali, ieri gli operatori dell’Area marina protetta, grazie anche alle segnalazioni di diportisti e fruitori, sono riusciti a rilevare tra gli scogli e in acqua la presenza di attrezzatura per la raccolta di ricci, che è vietata in tutta l’Area marina, in quanto specie protetta a livello europeo e in declino nei nostri mari. Tale pesca è punita come danno ambientale con la denuncia penale. Purtroppo, dei responsabili nessuna traccia, ma sono stati trovati tantissimi ricci già aperti o morenti e solo pochi erano ancora vivi e sono stati rimessi in acqua. Il danno provocato – hanno affermato i responsabili dell’Amp – è stato «rilevante, orrendo e indecente!».
Ma sarebbero costanti i tentativi di pesca di frodo anche di esemplari ittici (cernie, dentici, saraghi) che grazie alla tutela delle profondità si sono ripopolati in modo importante. Inoltre, sempre “pescatori in trasferta” continuano a recarsi nelle zone che da sempre per loro sono state considerate “riserva di pesca” e calano le loro reti. Quelle zone sono però ormai off limits ed ecco che si arriva al sequestro delle attrezzature da pesca che, quando si avverte l’imminente intervento delle autorità militari, vengono abbandonati in prossimità della baia Sant’Antonio ma anche di rete da “posta fisso”, non segnalata secondo le previsioni della normativa. Tutti episodi che che ovviamente nel periodo estivo aumentano. Per tale ragione si è deciso di potenziare i controlli a Capo Milazzo.
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