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Messina, il dramma dei lidi a Contemplazione: altri prelievi per scoprire l'origine dell’inquinamento

Squilla in continuazione il telefono nei lidi della zona di Contemplazione. C’è chi chiede cosa sia successo, chi se ci si può fare il bagno e chi vuole solo confortare quell’amico di ogni estate. È desolante l’aria che si respira negli stabilimenti balneari “colpiti” dall’ordinanza di divieto di balneazione. Giovanni Santamaria è il giovane gestore del Coco. Sono le 10 del mattino e di solito avrebbe avuto già 20 ombrelloni aperti. Invece sono tutti chiusi.
«Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione. Dell’ordinanza per cui che non fosse più possibile fare il bagno nelle acque davanti alla nostra struttura lo abbiamo saputo solo dai media. Abbiamo 65 postazioni che diventano 80 nel fine settimana quando riusciamo a fare anche due turni». Un danno che non può essere compensato dalla piccola piscina che è stata realizzata soprattutto per i bimbi. Ma anche un danno economico. «Senza poter lavorare – stima Santamaria – perdiamo 5000 euro a settimana proprio nel momento centrale della stagione. Ci domandiamo cosa ne dobbiamo fare del personale? cosa facciamo fare loro? Non solo. Senza la possibilità di farsi il bagno, i nostri clienti non vengono più e perde anche ovviamente tutto il comparto anche della ristorazione».
Qualche centinaio di metri più a nord c’è Sara Rizzo che alle 8 di ieri ha aperto il suo gli Irrerammare. Di solito trova già i suoi amici, (così li chiama, perché per lei non sono più clienti da molto tempo), ad aspettarla. Oggi invece ci sono solo una decina di persone. Di solito, di prima mattina, sarebbero state una sessantina.

Sul fronte della ricerca del punto esatto in cui il mare è stato inquinato, il Comune ha effettuato sette prelievi in altrettanti luoghi del tratto fra Paradiso e il Trocadero. Oggi si conosceranno gli esiti delle analisi e queste potranno restringere il campo. I prelievi proseguiranno per altri 10 giorni, ma ci si augura che il divieto possa essere revocato prima.

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