Ottanta, forse cento litri di acqua al secondo in più sono come la visione di un’oasi nel deserto. Messina ci spera davvero che questo “regalo” possa esserle fatto prima possibile perché risolverebbe almeno metà dei problemi attuali di carenza idrica. E per non farsi mancare nulla, per la perdita registrata a Santa Margherita sarà necessario un intervento significativo come quelli realizzati in 5 fine settimana di questo inverno, con il coinvolgimento di buona parte del territorio cittadino. Partiamo dagli esiti e dalla analisi più dettagliata di quanto è emerso dal tavolo prefettizio di martedì pomeriggio. Basile, che ieri ha tenuto una conferenza stampa con gli assessori Minutoli e Caminiti, con il direttore generale Puccio e con la presidente di Amam Bonasera, ha sottolineato il successo “politico” dell’affermazione del principio della priorità dell’uso idropotabile delle risorse rispetto a quelle per l’irrigazione dei campi dell’area di Fiumefreddo. La concessione per l’utilizzo delle sorgenti di Bufardo e Torrerossa prevede che a Messina possano essere garantiti 812 litri di acqua al secondo fra maggio e ottobre e 915 fra novembre ed aprile. 430 litri invece sono destinati allo scopo irriguo. Alla luce di un intervento normativo della regione, in considerazione della clamorosa crisi di quest’anno, è possibile poter rivedere queste proporzioni favorendo l’uso umano. In che termini? I terreni coltivati con piante con arbusti (agrumi, ulivi) possono ricevere un terzo dell’acqua che di solito hanno secondo il principio della garanzia del livello minimo di approvvigionamento che ne garantisca la sopravvivenza nel futuro. Mentre le colture senza arbusto (pomodori, patate, ad esempio), al contrario, possono essere rigenerate nella stagione successiva e non riceverebbero più acqua, morendo. Gli agricoltori sarebbero rimborsati della perdite economiche. Facendo due calcoli, Messina potrebbe avere una quota che va fra gli 80 e i 120 litri al secondo. Di più non le servirebbero perché comunque la portata del Fiumefreddo non la potrebbe sopportare. Perché avvenga questa modifica nella ripartizione deve essere firmata un’ordinanza regionale che sarà preparata subito dopo una nuova riunione prefettizia ( già in settimana?) in cui saranno resi noti i calcoli sulla nuova distribuzione delle risorse idriche, proprio in base alle diverse colture presenti nelle campagne del catanese. «Il risultato emerso dal tavolo in Prefettura – dice Basile godendosi l’esito – ha rappresentato la conferma di un principio che avevamo posto già nei mesi scorsi e che riguarda l'emergenza idrica regionale. Non si tratta di ottenere un vantaggio a discapito di qualcuno, ma come ho già detto, solo di buon senso. Già si applica in altre province, ma a Messina è stato necessario un tavolo con il prefetto per avere risposte». Detto che gli agricoltori catanesi, starebbero per organizzare una qualche protesta contro questo “taglio”, va spiegato come, con 100 litri in più di acqua al secondo, può mutare la situazione in città. Se dovesse essere confermato questo dato, ieri ancora ipotetico ma credibile, Messina recupererebbe la metà dell’acqua che oggi non ha a disposizione nel confronto con gli stessi mesi dello scorso anno. All’appello mancano 200 litri l/s. Sono i 100 che Siciliacque forniva per il periodo caldo dall’Alcantara e che quest’anno non può mettere a disposizione, i 50 l/s che mancano dalla Santissima scesa da 120 a soli 70 litri, record minimo assoluto e, infine, i 50 litri che sono venuti meno dai vari pozzi cittadini. L’acqua in più servirebbe a garantire un maggior numero di ore specie ai rioni che oggi l’hanno meno di 5 ore al giorno. A questo punto i tempi per l’aumento della portata del grande acquedotto Fiumefreddo potrebbero essere coordinati con l’altro capitolo del romanzo estivo dell’acqua a Messina. Quello della perdita di Santa Margherita. Una falla nella tubazione sotterranea sempre del Fiumefreddo fa scorrere un vero fiumiciattolo verso il mare. Un guasto da riparare in tempi brevi e che però richiederà l’attivazione di una procedura del tutto simile a quella applicata per i 5 distacchi programmati per le manutenzioni all’acquedotto fra novembre ed aprile. Allora il programma prevedeva lo stop all’erogazione del Fiumefreddo il venerdì, il cantiere attivo per 24 ore o poco meno e poi il ritorno all’erogazione in tutta la città che riprendeva da sud verso nord (fra Contesse e Mortelle) fra sabato e domenica. Un disagio soprattutto per la zona centro nord dove molti restavano a secco per almeno un giorno. La data dell’inevitabile intervento sarà fissata quando si avrà la certezza dell’addizione dei 100 l/s e quando Amam e il Comune avranno la certezza che Siciliacque possa garantire, per quei 3 giorni, un minimo di supporto alla città. È escluso questo fine settimana, ma dal prossimo (2-4 agosto) tutti possono essere quelli giusti.