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Mare, natura, cucina, arte e cultura: a Taormina il turismo che punta oltre la stagione estiva

Tracciato un primo bilancio e indicata la rotta da seguire. L’assessore Sferra: «Offerta diversificata in base agli interessi dei visitatori»

«Il settore turistico offre un contributo decisivo alla produzione della ricchezza e allo sviluppo dell’occupazione della città, portando benefici non solo alle strutture ricettive, ma anche a tutte le attività commerciali del territorio. Proprio per questo, diventa fondamentale stimolare il turismo e accrescere i volumi di arrivi e presenze, soprattutto nei periodi di bassa stagione». Destagionalizzare e distribuire i flussi sono gli obiettivi dell’Amministrazione comunale di Taormina, ribaditi dall’assessore al Turismo Jonathan Sferra nel tracciare il bilancio del primo anno di operato del governo cittadino.

Aumentarli in stagioni diverse da quella estiva ma non limitando la stagione estiva stessa (anzi, ottimizzandola) viene posto come un ambito prioritario per una città che può godere di molteplici e variegati prodotti turistici (mare, natura-countryside, food&wine, Etna, città d’arte-turismo culturale-archeologico) e andando anche oltre le più note attrazioni cittadine, che possono fare da esca, secondo Sferra, il territorio taorminese è caratterizzato dalla presenza di aspetti ancora poco conosciuti, la cui valorizzazione, annoverabile nella categoria del “turismo diffuso”, può concorrere alla strutturazione di un sistema di offerta diversificata in relazione agli interessi del turista nei confronti del territorio, che può essere decisiva per scalare posizioni nello scacchiere dei competitor nazionali.

«La promozione di tali ambiti e di quelli più conosciuti (in chiave destagionale) rappresenta un elemento di differenziazione dell’offerta turistica cittadina anche in una logica di destagionalizzazione dei flussi turistici – evidenzia l’assessore –, una modalità di fruizione turistica del territorio coerente con i principi di valorizzazione delle risorse storiche, naturali, paesaggistiche e delle eccellenze locali e un potenziale fattore di sostegno a forme di turismo sostenibile (macrotrend della domanda turistica globale). Il prodotto, quindi, c’è già. Non bisogna inventarlo. Ed è qui che il marketing, la narrazione, lo storytelling, il rimanere top of mind agli occhi dei viaggiatori gioca un ruolo non importante, ma primario e fondamentale».

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