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Messina, l'esplosione nella fabbrica di fuochi d'artificio al Villaggio Santo: non ce l'ha fatta Giovanni Arigò

In accordo con l'assessore Caruso, la Vara di quest'anno sarà intitolata a lui, in sintonia con il sindaco, tutta la giunta comunale e il gruppo storico Vara e Giganti - fa sapere attraverso un messaggio il presidente Franco Forami

Non ce l'ha fatta Giovanni Arigò, 42 anni, rimasto gravemente ustionato a seguito dell'esplosione della sua fabbrica di fuochi d'artificio al Villaggio Santo. Troppo gravi le lesioni riportate. L'uomo è deceduto dopo una settimana di agonia al centro Grandi Ustionati di Genova, dove era arrivato in condizioni disperate dal Policlinico di Messina. Il 42enne stava lavorando in un laboratorio nella fabbrica di fuochi d’artificio di famiglia quando c'è stata la tremenda esplosione. Le sue condizioni erano subito apparse critiche, avendo riportato ustioni nel 90 per cento del corpo e traumi alla colonna vertebrale e alle gambe.

Giovanni Arigò era arrivato al centro grandi ustionati di Genova a bordo di un aereo militare da Catania, un volo organizzato dalla prefettura di Messina. Era stato trasferito nel centro ligure non essendo stato trovato un posto letto nel meridione per un caso così grave. Rimaste invece in Sicilia, e in condizioni meno critiche, la madre e la sorella del quarantaduenne che, secondo quanto è stato ricostruito, erano corse a soccorrerlo subito dopo la tremenda esplosione in una delle “casematte” della fabbrica. Entrambe hanno riportato delle ustioni, per fortuna meno gravi.

In accordo con l'assessore Caruso, la Vara di quest'anno sarà intitolata a lui, in sintonia con il sindaco, tutta la giunta comunale e il gruppo storico Vara e Giganti - fa sapere attraverso un messaggio il presidente Franco Forami. I funerali di Arigò verranno celebrati la prossima settimana.

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