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Infiltrazioni mafiose a Mojo Alcantara, sei condanne e una assoluzione

L'ex sindaco del centro ionico Pennisi assolto dal “416 bis” e ritenuto colpevole di corruzione

Si conclude con 6 condanne e una assoluzione il processo per i “fatti di Mojo Alcantara”, che vedeva coinvolti sette imputati e trattava delle infiltrazioni mafiose al Comune da parte del clan etneo Cintorino-Calatabiano, che a questo punto, secondo la sentenza, ci furono. Si tratta delle indagini della Distrettuale antimafia di Messina e della Guardia di Finanza che portarono a maggio del 2022 all’arresto dell’allora sindaco del centro ionico Bruno Pennisi, della sua vice Clelia Pennisi, dell’ex assessore ai Lavori pubblici di Malvagna Luca Giuseppe Orlando, di Carmelo Pennisi, Giuseppe Pennisi e dell’imprenditore Antonio D’Amico. Ai domiciliari finì Santo Rosario Ferraro, un altro imprenditore. Il processo dal punto di vista tecnico è diviso in due, perché Giuseppe Pennisi e Clelia Pennisi scelsero il rito abbreviato per ottenere uno “sconto” di pena, mentre gli altri proseguirono con il rito ordinario.

La sentenza è della prima sezione penale del tribunale di Messina presieduta dalla giudice Adriana Sciglio. L'ex sindaco di Mojo Alcantara Bruno Pennisi è stato assolto dal reato associativo mafioso “per non aver commesso il fatto” e condannato a 6 anni di reclusione per un caso di corruzione. Clelia Pennisi è stata assolta da tutte le accuse “per non aver commesso il fatto”.

Le altre condanne: Giuseppe Pennisi, 10 anni e 9 mesi; Carmelo Pennisi, 13 anni; Antonio D'Amico, 6 anni; Santo Rosario Ferraro, 4 anni; Luca Giuseppe Orlando, 10 anni e 4 mesi. All'udienza precedente si erano registrate le richieste di pena dell’accusa, sette condanne, in aula le pm Liliana Todaro e Antonella Fradà, che a suo tempo gestirono anche l'indagine della Finanza.

Nutrito il collegio di difesa intervenuto nel processo, composto dagli avvocati Vittorio Basile, Giancarlo Padiglione, Salvatore Pagano, Nunzio Rosso, Francesco Strano Tagliareni, Franco Rosso, Antonino Pillera, Carlotta La Spina, Giovanni Spada e Giuseppe Testa.

Sulla vicenda processuale interviene l'avvocato Nunzio Rosso, che assiste l'ex sindaco: "La sentenza riconosce la totale estraneità del sindaco Bruno Pennisi dalla grave accusa di mafia che lo ha condotto all'arresto. Il tribunale ha anche riconosciuto che nel Comune di Mojo non c'è stato alcun condizionamento dell'attività politico amministrativa da parte della mafia e le accuse ipotizzate dagli investigatori si sono rivelate del tutto inconsistenti e prive di riscontro, come dimostrato anche dall'assoluzione del vice sindaco Clelia Pennisi, assolta e finalmente scarcerata. Sarà certamente appellata la condanna per l'ipotesi di corruzione, che a giudizio di questa difesa non è condivisibile".

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