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Traffico illecito di "scarti di cantiere" a Messina, chieste 25 condanne. I NOMI

La sostituta della Dda Francesca Bonanzinga ha concluso la sua requisitoria. E ha poi depositato una nota con cui ha ribadito le sue argomentazioni finali

Era tarda mattinata, ieri, quando la sostituta della Dda Francesca Bonanzinga ha concluso la sua requisitoria. E ha poi depositato una nota con cui ha ribadito le sue argomentazioni finali: 25 richieste di condanna e 2 d’intervenuta prescrizione al processo per i riti ordinari davanti alla sezione penale del tribunale presieduta dalla giudice Maria Eugenia Grimaldi, per il traffico illecito di rifiuti edili, che vede coinvolti tutti i principali costruttori di Messina. Un’indagine del novembre 2022 della Guardia di finanza, gestita all’epoca dalla sostituta della Dda Rosanna Casabona.
Secondo la prospettazione accusatoria, in sostanza, per alcuni anni i principali costruttori della città si sarebbero rivolti al gruppo dei Mancuso per smaltire illegalmente i loro rifiuti di cantiere in un sito abusivo nascosto tra i boschi di Gravitelli, il loro “territorio d’appartenenza” storico sin dalla seconda guerra di mafia degli anni ’80. E la Distrettuale antimafia ha focalizzato la sua attenzione su alcune tipologie di reati, contestati a vario titolo e ai vari imputati. Si tratta di discarica abusiva, trasporto illecito di rifiuti e inquinamento ambientale; c’è poi contestata ad alcuni anche l’associazione a delinquere.
Oltre ai 28 imputati, che a suo tempo in sede di udienza preliminare davanti alla gup Ornella Pastore avevano scelto il rito ordinario, sono coinvolte nel processo anche due società, la coop Sofia.it e la Co.m.mam. srl. E tra gli imputati oltre ai costruttori ci sono in questo troncone due esponenti del gruppo Mancuso, Daniele con il figlio Giuseppe, e poi una serie di autisti e operai che lavoravano per la loro ditta, la “Sofia.it soc. coop. sociale onlus”. Quando invece divenne “visibile” l’indagine, nel novembre del 2022, vennero decise una serie di misure interdittive con alcuni mesi di sospensione dell’attività, alcune delle quali furono poi revocate dal gip, a carico di parecchi costruttori di primo piano della città, come per esempio Enzo Vinciullo, Giuseppe Lupò, Letterio Caronella e Rosario De Domenico, e anche a carico dell’imprenditore messinese, ex parlamentare ed ex sottosegretario al Tesoro Santino Pagano, in qualità di rappresentante legale della società S.P.S. srl (di cui Caronella è socio), per i lavori del cantiere denominato “Le Terrazze 2” di contrada Castellaccio.

Ecco quindi il dettaglio completo delle richieste di pena

Giovanni Alberti, 2 anni e 6 mesi di reclusione; Giuseppe Salvatore Alberti, 2 anni e 6 mesi; Salvatore Amato, 2 anni; Amedeo Branca, 2 anni; Letterio Caronella, 2 anni e 6 mesi; Rosario De Domenico, 2 anni e 6 mesi; Domenico De Luca, 2 anni e 6 mesi; Giovanni Denaro, 2 anni; Antonio Frasson, 2 anni; Felice Giunta, 2 anni; Roberto Giunta, 2 anni; Giuseppe Iudicone, estinzione del reato per intervenuta prescrizione; Mario Lombardo, estinzione del reato per intervenuta prescrizione; Giuseppe Lupò, 2 anni e 6 mesi; Daniele Mancuso, 9 anni e 6 mesi e prescrizione per alcuni capi d’imputazione; Giuseppe Mancuso, 8 anni e 85 mila euro di multa; Giuseppe Mangano, 3 anni e 6 mesi; Antonino Mangraviti, 2 anni; Giacomo “Claudio” Mangraviti, 2 anni; Massimo Mangraviti, 2 anni; Santino Pagano, 2 anni e 6 mesi; Giuseppe Puliafito, 5 anni e 6 mesi più 85 mila euro di multa; Anna Rosaria Siracusano, 2 anni; Antonino Triscari, 2 anni; Barbara Urso, 2 anni; Filippo Vinciullo, 2 anni; Vincenzo Vinciullo, 2 anni.
Per le ditte Sofia.it soc. coop. sociale onlus e Co.m.mam. srl. la pm Bonanzinga ha poi chiesto la condanna della sanzione pecuniaria di 600 quote, oltre alla confisca di quanto era già oggetto di sequestro.

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