In Procura il capo dell’ufficio Antonio D’Amato sta procedendo con l’attività di riorganizzazione dei suoi sostituti. Ha intanto nominato il pm Piero Vinci come nuovo componente della Direzione distrettuale antimafia, che va ad aggiungersi ai colleghi Francesca Bonanzinga e Roberto Conte, nominati nelle scorse settimane per coprire l’organico del gruppo antimafia. La pm Liliana Todaro è stata poi designata nel gruppo che si occupa di Pubblica amministrazione, e l’organico si è poi arricchito di due nuovi magistrati: la pm Alice Parialò, che proviene da Patti, e - da settembre -, la pm Giorgia Spiri che era a Palermo.
Un altro passaggio importante di questi giorni è la creazione da parte del procuratore D’Amato di due nuovi gruppi di lavoro tra i magistrati: il primo sulle truffe agli anziani, che sono diventate purtroppo una vera piaga, che sarà coordinato dall’aggiunto Vito Di Giorgio, il secondo sull’emergenza carceri, che sarà coordinato dall’aggiunta Rosa Raffa.
È invece nulla la nomina di Marco Colamonici quale nuovo procuratore aggiunto a Messina. Atti restituiti al Csm «affinché eserciti nuovamente il potere di conferimento dell’incarico». Si è pronunciato così il Tar del Lazio - informa l’Ansa da Roma - con una sentenza di accoglimento di un ricorso che contro la nomina ha proposto l’attuale sostituta procuratrice a Catania, Assunta Musella. Dopo avere illustrato le censure spiegate nell’atto d’impugnazione, il Tar ha osservato e confermato in premessa come «al Csm vada riconosciuta un’ampia discrezionalità nella valutazione degli elementi fattuali al fine di individuare il candidato maggiormente idoneo a ricoprire un determinato ufficio direttivo: ciò comporta, specularmente, una restrizione del sindacato del giudice amministrativo limitato ai vizi di carattere formale ovvero logico, mentre resta preclusa la valutazione sull’opportunità e convenienza del provvedimento».
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