Messina

Giovedì 19 Settembre 2024

Messina e le partecipate. Dal Parco Aldo Moro alla crisi idrica: ecco cosa non va

De Luca ha dedicato la prima parte del suo intervento all’analisi del voto europeo in città e nel confronto con le politiche di due anni fa («le uniche omogenee rispetto a questa tornata»). Sottolinea una flessione di “soli” 5,6 punti rispetto a due anni prima sulla media di Camera a Senato, provando ad alleggerire il peso della sconfitta oltre Stretto dove si aspettava di essere al 2,5 o al 3%. Invece la sua “squadra “ di simboli si è fermata all’1,30. Ma è sull’analisi delle recenti vicende cittadine che l’attenzione di tutti, cresce. «Non ho digerito quello che è successo al parco Aldo Moro – dice – Se certe azioni vengono fatte in ritardo si nota». Il riferimento non sembra essere al più recente sequestro ma al caso dell’inaridimento del prato e a essere chiamate in causa sono Amam e Messina Servizi. «Da questa mi aspetto il raggiungimento dell’obiettivo del 65% della differenziata. E con questo ritmo di crescita non ci arriveremo prima della fine del mandato. Il verde? Va valorizzato e la gestione deve essere resa economicamente vantaggiosa. Possono essere aperte attività commerciali con servizi ulteriori ai cittadini». Altro riferimento recente quello legato alla crisi idrica. «Mi domando se tutto è stato fatto per evitare queste riduzioni dell’erogazione e soprattutto per giustificare che non si è ancora vicini ad avere l’acqua h24 in tutta la città. Ci sono fatti contingenti come la crisi in tutta l’isola e i mancati finanziamenti all’Amam che ha parecchi progetti. Ma quanto è ascrivibile a fattori esterni e quanto a fattori interni? Questo vogliamo appurarlo». All’Atm, De Luca ricorda la missione di divenire un’agenzia di mobilità a tutto tondo arrivando, ora che è riorganizzata, a gestire la manutenzione strade e la segnaletica, per fare due esempi. E poi c’è la Messina Social City. «Doveva completare la stabilizzazione dei dipendenti e vedremo a che punto sia. Ma deve anche introdurre e sperimentare dei nuovi servizi con la compartecipazione dell’utente per creare economia. Non si può far tutto con i fondi extrabilancio senza guardare ai prossimi 5 anni quando potrebbero non esserci più».

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